Stop all’Arsan, in aula la legge. Pronto il ricorso

Stop all’Arsan, in aula la legge. Pronto il ricorso
di Gerardo Ausiello
Mercoledì 9 Dicembre 2015, 08:50
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Il Consiglio regionale ci riprova. Dopo flop, polemiche e clamorose proteste (come quella attuata nelle scorse settimane dai grillini con l’occupazione dei banchi della presidenza), l’assemblea campana si riunisce oggi per ascoltare la relazione del governatore Vincenzo De Luca sull’inchiesta in cui è coinvolto, quella su nomine e ricatti nella sanità partenopea. Ma oggi si decide anche il destino dell’Arsan, l’Agenzia regionale sanitaria che il presidente della giunta ha promesso di abolire. Ci riuscirà? Ha i numeri per farlo, anche se le opposizioni annunciano battaglia a colpi di emendamenti.

E, comunque, se pure dovesse arrivare il via libera del Consiglio alla soppressione dell’Agenzia, la partita non sarebbe chiusa. Sì, perché il direttore generale Angelo Montemarano è pronto ad impugnare il provvedimento: «Studieremo le carte, non escludo un ricorso», avverte.
Eppure De Luca è deciso ad andare fino in fondo: «L’Arsan è un carrozzone clientelare, risparmieremo 8 milioni di euro». Anche perché, ha ironizzato, «affidare la verifica della regolarità della spesa sanitaria all’Arsan è come farsi insegnare il catechismo da Pietro Pacciani». Montemarano, che nelle scorse settimane aveva respinto la richiesta di dimissioni avanzata dall’ex sindaco di Salerno, gli risponde difendendo il ruolo «strategico» della struttura da lui guidata: «Il blocco delle attività svolte dall’Agenzia paralizzerebbe il funzionamento dell’intera filiera delle aziende del settore - avverte - inclusa la distribuzione dei farmaci ospedalieri». Il braccio di ferrò sarà dunque inevitabile.

Se il governatore potrà infatti contare sulla maggioranza, Montemarano avrà dalla sua parte il centrodestra e l’ex governatore Stefano Caldoro che lo ha nominato alla guida dell’Arsan. In mezzo i consiglieri grillini, che non fanno sconti ad entrambi gli schieramenti.




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