Napoli, presidio davanti al Comune: continua la protesta dei genitori per la mensa scolastica

Protesta dei genitori e dei bambini per la mensa scolastica
Protesta dei genitori e dei bambini per la mensa scolastica
di Emma Onorato
Lunedì 17 Ottobre 2022, 19:59 - Ultimo agg. 23:51
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Continua la protesta per l'avvio del servizio di refezione. Così, ancora una volta, le mamme e i papà si sono dati appuntamento davanti Palazzo San Giacomo per reclamare il diritto di mensa scolastica. La scorsa settimana a seguito di un pranzo di protesta davanti al Comune di Napoli - che vide coinvolti sia i genitori che i bambini - il Comitato mensa (formato da alcune mamme) era stato convocato in colloquio con l'assessore all'Istruzione, Maria Striano. Dall'incontro esano emerse alcune date orientative sia per l'inizio della refezione scolastica, che per la partenza degli asili. «Eravamo rimaste che la refezione sarebbe partita dopo il 2 novembre», ricorda Maria Colantonio, mamma e membro del Comitato genitori, in riferimento al colloquio. Una data comunicata in via ufficiosa. Lo stesso è avvenuto anche per l'apertura degli asili nido comunali che, in attesa di un comunicato ufficiale, sarebbero dovuti ripartire il 20 ottobre. «Peccato che a seguito del nostro incontro - continua Maria - sia stato emesso un comunicato con il quale l'assesore ha aggiustato il tiro. Per la refezione scolastica ha indicato una data non definita che va dal 24 ottobre al 2 novembre. Mentre in merito all'apertura dei nidi comunali - ancora chiusi - non è stata indicata nessuna data ufficiale. Ora siamo qui per capire se partiranno il 20 ottobre oppure no». 

Anche Francesco, papà e insegnante d'italiano alle scuole medie, ha partecipato al presidio davanti al Comune di Napoli. «Quello che noi rivendichiamo è il diritto dei nostri figli ad avere lo stesso tempo scuola che hanno i loro coetanei nel resto d'Italia. Non bisogna andare troppo lontano per constatare che nelle altre città della Regione la mensa è partita con tempi certi. Invece a Napoli ogni anno ci confrontiamo con un servizio che dovrebbe essere garantito dal Comune, ma che non si sa quando parte. Le motivazioni di questo disservizio sicuramente non giustificano il ritardo. Ci tengo a ricordare - continua Francesco - che la gara d'appalto è stata bandita in ritardo; le buste per la valutazione dell'offerta tecnica sono state aperte il 31 maggio, dopodiché il 9 settembre - a quattro giorni dall'inizio della riapertura delle scuole - la commissione si è aggiornata per attribuire punteggi alla parte economica». Ma la domanda che si pone Francesco insieme agli altri genitori è: «Vogliamo sapere che cosa ha fatto il Comune nei mesi di giugno, luglio e metà agosto, per accelerare i tempi». 

Per partecipare al presidio c'è chi ha dovuto lasciare i figli a casa e chi, invece, ha scelto di portarli con sé: «Abbiamo lasciato i bambini, il lavoro e gestioni di vita quotidiana per chiedere quando potremo iniziare una vita normale», spiega Maria che, tra rabbia e sconforto, pretende che venga prestata più attenzione al disservizio. «Puntiamo ad ottenere una scuola pubblica di qualità - ribadisce Francesco - dove tutti gli attori professionali cooperino al fine di garantire ai cittadini i loro diritti.

Tra l'altro - aggiunge il papà - ricordiamoci che veniamo da due anni di pandemia che, dal punto di vista del tempo scuola, ha fortemente penalizzato i bambini di questa regione. La Campania ha chiuso le scuole per il maggior numero di giorni rispetto alle altre regioni d'Italia e, da insegnate, posso segnale che le conseguenze si notano», conclude amareggiato pensando ai suoi alunni. 

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