L'ipotesi di una vera e propria esecuzione camorristica prende corpo di ora in ora. Ad uccidere Andrea Saraiello, ieri sera in una strada di campagna della periferia nord di Napoli, sarebbero stati i sicari di un clan al quale il giovane incensurato avrebbe pestato i piedi.
«Io me la sento. E voi?» Questo postava la vittima assassinata ieri sera a Napoli sul suo profilo Facebook. Frase quasi innocente, se non fosse che, ad accompagnarla nel suo profilo del noto social network, l'autore vi avesse associato un selfie scattato mentre impugna una pistola dorata che si punta alla tempia.
Scenari torbidi e oscuri traffici illeciti si celerebbero dietro l'ultimo omicidio commesso ieri sera a Napoli.
"Rispetto chi mi odia, non chi finge di amarmi", scriveva sul profilo Facebook in cui appaiono le sue fotografie il giovane trucidato ieri sera in una stradina non lontana dall'aeroporto di Capodichino. C'è cautela, su quel profilo Facebook nel quale campeggiano le foto dell'ultima vittima di una assurda mattanza a Napoli. Il profilo Fb è infatti intestato ad un tale Andrea Thomas, ma reca in bacheca le foto della vittima.
Al lavoro i carabinieri del comando provinciale di Napoli. Saraiello era incensurato, e questo naturalmente rende più complesso il quadro investigativo.