Napoli, a rischio la Fondazione di don Merola nella villa tolta al boss

La promessa del sindaco Manfredi: la salveremo

Don Merola con Manfredi
Don Merola con Manfredi
di Giuliana Covella
Martedì 6 Febbraio 2024, 00:00 - Ultimo agg. 7 Febbraio, 07:25
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«Noi faremo di tutto perché voi possiate continuare a stare qui e per mettere a posto tutte le cose». Con queste parole il sindaco Gaetano Manfredi ha calamitato l’attenzione dei bambini seduti in semicerchio nel salone al primo piano della Fondazione ‘A Voce d’ ’e creature Onlus, un’esperienza giudicata «virtuosa» da diversi esponenti delle istituzioni, non ultimo il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, a margine di una visita alla struttura dell’Arenaccia nei mesi scorsi.

Ieri il primo cittadino, che non era mai venuto a trovare i minori seguiti da don Luigi Merola, ex parroco di Forcella e da più di 17 anni alla guida della Fondazione, ha incontrato i piccoli utenti e i volontari che insieme al sacerdote gli hanno strappato una promessa: far sì che quel modello educativo di recupero dei minori a rischio non si interrompa, dato che il regolamento prevede che dopo vent’anni il bene venga di nuovo messo a bando. Finora la Fondazione ha ospitato 1.318 minori e coinvolge circa 150 ragazzi, dai 6 ai 17 anni, seguiti da insegnanti, studenti universitari, volontari del servizio civile e liberi professionisti.

Tra gli scopi principali: contrasto alla dispersione scolastica; collocazione occupazionale dei giovani attraverso la formazione di nuove figure professionali e il recupero di antichi mestieri. Aperta tutti i giorni dal lunedì al venerdì, offre ai minori varie attività, dal sostegno scolastico ai numerosi laboratori tra cui danza, informatica, batteria, nuoto, decoupage.

È arrivato nel primo pomeriggio al civico 15 di via Piazzolla al Trivio, accolto all’ingresso da padre Merola e dai volontari della Fondazione ‘A Voce d’ ’e creature il sindaco Gaetano Manfredi. Una visita speciale quella nell’ex “Villa di Bambù” (dal nome del boss Raffaele Brancaccio, ragioniere del clan Contini) confiscata alla criminalità organizzata e concessa in comodato d’uso gratuito dal Comune di Napoli nel dicembre 2007. Prima di salire al piano superiore, dove ha assistito a una performance musicale di bambini ed educatori, il sindaco ha visitato i locali a pian terreno, tra cui quello dove le ragazze frequentano corsi per diventare estetista, il doposcuola e il laboratorio di teatro. E ancora il campo di calcetto, dove un tempo c’era uno “zoo” realizzato abusivamente con tanto di animali esotici, da dove poi si arriva al laboratorio di pizzeria. E, proseguendo al primo piano, la stanza-bunker con pareti e infissi super blindati in cui si svolgevano i summit tra i clan che rappresentavano le «mani sulla città», come spiega don Luigi mentre accompagna il primo cittadino da una stanza all’altra. «Questo è un momento di gioia per la nostra comunità - ha detto l’ex parroco di San Giorgio Maggiore - oggi accogliamo il sindaco con grande piacere per fargli toccare con mano come combattiamo la criminalità prendendoci cura dei ragazzi da quando sono piccoli. Da oltre 17 anni togliamo manovalanza alla camorra, svolgendo attività che vanno dal doposcuola ai laboratori e alla formazione professionale».

Proprio a Manfredi nel corso della visita il sacerdote ha lanciato un appello: «Ci siamo rivolti a lui perché nel regolamento dei beni confiscati, all’articolo 11, è previsto che dopo 20 anni l’immobile torni al Comune per un nuovo bando. Chiediamo che venga fatta una modifica, per stabilire che il bene torni all’amministrazione comunale solo se viene utilizzato male e non siano state pagate le tasse dovute. Gli abbiamo poi chiesto di riconoscerci come centro diurno, l’unico modo perché la Fondazione possa avere accesso a un contributo pubblico per proseguire attività volte al contrasto della povertà educativa, all’evasione scolastica e a ogni forma di illegalità tra i minorenni. Infine gli abbiamo chiesto di interessarsi alla questione del condono, che doveva avvenire nel 2008 quando il bene ci fu dato in comodato d’uso». Nella villa confiscata alla criminalità infatti da circa vent’anni si salvano i minori a rischio che disertano i banchi: «La situazione della dispersione scolastica dopo la pandemia si è ulteriormente aggravata - aggiunge padre Luigi - noi siamo in rete con tutti i presidi e cerchiamo di prevenire il problema».

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Non si è fatta attendere la risposta del sindaco: «Stiamo procedendo per una revisione del regolamento in maniera da dare continuità alle iniziative che hanno dimostrato di dare un contributo molto positivo alla comunità, com’è il caso della Fondazione A' Voce d’e creature. È una questione che ci sta molto a cuore e sulla quale stanno lavorando sia l’assessore alla Legalità Antonio De Iesu che il mio ufficio di Gabinetto proprio per fare in modo che questa continuità possa essere garantita. Questa è una di quelle esperienze fondamentali per la città - ha aggiunto - perché purtroppo quando si vuole contrastare il male c’è bisogno di grande cura e solidarietà da parte di tutti per i bambini e i ragazzi del nostro territorio. L’azione di vicinanza e accompagnamento che fanno qui è il modo migliore per tenerli in un sistema educativo ed evitare che possano prendere una strada sbagliata». 

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