De Magistris-Renzi, patto per Napoli
308 milioni per edilizia e trasporti

De Magistris-Renzi, patto per Napoli 308 milioni per edilizia e trasporti
di Gerardo Ausiello
Domenica 9 Ottobre 2016, 09:09 - Ultimo agg. 10 Ottobre, 09:01
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Governo e Comune compiono un altro passo l'uno verso l'altro. Oggi sono più vicini, come non accadeva da mesi. Continua l'operazione disgelo, che dovrebbe portare nelle prossime ore alla firma del Patto per Napoli, in Prefettura, alla presenza del premier Renzi (che tornerà in città anche il 13 novembre per la conferenza nazionale sul Sud). Un accordo che vale 308 milioni, attesi all'ombra del Vesuvio come la manna dal cielo. Le basi dell'intesa sono state gettate nel corso di un vertice squisitamente tecnico, svoltosi venerdì a Palazzo Chigi. Attorno al tavolo, tra gli altri, c'erano per il Comune il capo di gabinetto Attilio Auricchio e il referente per i finanziamenti europei Sergio Avolio mentre per il governo il capodipartimento per le Politiche di coesione Vincenzo Donato, il direttore generale dell'Agenzia per la coesione territoriale Ludovica Agrò e il vicesegretario generale Salvo Nastasi, che è anche il commissario per Bagnoli. Si è discusso a lungo degli interventi da finanziare per tentare di far ripartire lo sviluppo del capoluogo partenopeo nell'ambito di un quadro più generale di opere previste nel Patto per la Campania da 9,5 miliardi, siglato a fine aprile da Renzi e De Luca. Si tratta ora di armonizzare le priorità indicate dalla Regione con quelle del Comune (va sciolto in primis il nodo della stazione di Afragola): impresa non facile se si pensa che ultimamente i rapporti tra governatore e sindaco non sono proprio idilliaci.

Anche per questo il lavoro avviato venerdì dovrà essere portato a termine nel corso di un altro vertice tecnico, in programma tra domani e martedì a Palazzo Chigi. Se in quell'occasione arriverà l'attesa fumata bianca, si potrà finalmente sbloccare il Patto, rimasto a lungo nel cassetto a causa delle polemiche che per mesi hanno incrinato i rapporti istituzionali sull'asse Roma-Napoli. Ora, comunque, il quadro sembra decisamente cambiato. A confermarlo è il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Claudio De Vincenti, che si mostra ottimista: «C'è grande cooperazione, con il Comune stiamo lavorando sui contenuti e mettendo a punto i dettagli. Presto dovremmo chiudere». Sarebbe infatti già stata fissata la data per l'ok al Patto: giovedì, nella sede della Prefettura partenopea, Renzi e de Magistris potrebbero ritrovarsi allora fianco a fianco per una firma che scaccerebbe l'incubo di uno strappo istituzionale permanente, considerato ormai da tutti dannoso e inaccettabile. Certo, il rischio di imprevisti, vista la delicatezza della situazione, c'è sempre, anche se la strada appare maggiormente in discesa.

Determinante, in questo senso, è stato il colloquio tra de Magistris e De Vincenti che il 29 settembre, per 45 minuti, hanno parlato a tutto campo della città, dei nodi in sospeso e degli interventi da mettere in campo, a partire proprio dal Patto per Napoli. Dopo quel faccia a faccia a Palazzo Chigi c'era stato anche un primo vertice tecnico, con de Magistris e Nastasi che si sono ritrovati gomito a gomito, alla presenza di De Vincenti e degli esperti di governo e Comune. È stato, questo, un passo cruciale per stemperare le tensioni e inaugurare una fase nuova. E probabilmente non è un caso, o almeno non lo è per de Magistris, che la svolta del 29 settembre sia arrivata a una settimana esatta dal colloquio tra l'ex pm e il capo dello Stato Sergio Mattarella. Del resto solo una mediazione ad altissimi livelli avrebbe potuto sbloccare una situazione di crisi istituzionale profonda. Il banco di prova resta però Bagnoli.

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