Raccolta sangue in Campania, bufera e dimissioni all'Avis. L'inchiesta de Le Iene: «C'è un monopolio»

Raccolta sangue in Campania, bufera e dimissioni all'Avis. L'inchiesta de Le Iene: «C'è un monopolio»
Domenica 8 Ottobre 2017, 17:39 - Ultimo agg. 9 Ottobre, 08:23
2 Minuti di Lettura
Un ciclone è pronto ad abbattersi sull'Avis Campania, dopo un servizio-denuncia della trasmissione tv Le Iene che andrà in onda questa sera su Italia 1. L'Avis, Associazione Volontari Italiani del Sangue, si occupa di garantire un'adeguata disponibilità di sangue e dei suoi emocomponenti e - per farlo - ha messo in piedi punti di raccolta fissi in ogni regione. Ma la gestione sembra essere lacunosa in Campania. Per capire meglio la situazione, il giornalista Ismaele La Vardera parte da una domanda: «Perché in Campania ci sono solo nove centri raccolta sangue a fronte delle centinaia presenti in altre regioni?».
 
Ai microfoni, Leonardo De Rosa, ex presidente di AVIS Campania, risponde: «Ce ne sono solo 9 perché c’è stato un problema apparentemente esclusivamente burocratico. […] La Sicilia, il Lazio, la Calabria, la Lombardia hanno centinaia di unità di raccolta. In Campania siamo ancora agli ultimi posti. Siamo costretti in qualche caso a importare sangue dalle altre regioni. […] E a utilizzare molto le autoemoteche (ndr, camper attrezzati per la donazione di sangue)».

Non solo, le immagini nascoste girate da Le Iene, mostrano che in una delle autoemoteche a Napoli (davanti alla Stazione Centrale) non verrebbero rispettati alcuni requisiti chiave per legge. «La donazione verrebbe consentita ad un ragazzo che dichiara di aver fatto un tatuaggio tre mesi prima, nonostante la legge dica che ne devono passare 4 di mesi. E ancora, a un altro giovane verrebbe permesso il prelievo di sangue, nonostante non abbia con sé il documento d’identità», spiega un comunicato stampa de Le Iene che annuncia il servizio.

Su questa situazione, il senatore Franco Cardiello ha presentato due interrogazioni parlamentari. «Ho chiesto un’ispezione al Ministro della Salute affinché accerti nella regione Campania per quale motivo non vengono date le autorizzazioni ai centri AVIS», dice. «Non mi ha ancora risposto, però questo rallentamento fa sì che ci sia un monopolio in Campania».

I riflettori sono puntati, in particolare, su Raffaele Pecora: che è l’attuale presidente regionale dell’AVIS Campania. I suoi due figli Pasquale e Luca sono rispettivamente vicepresidente nazionale dell’AVIS e presidente dell’AVIS di Ercolano. Inoltre, Nicola D’Alessio, il cognato di Pasquale Pecora, è presidente dell’AVIS di Casoria. A questa famiglia fanno capo l’AVIS Napoli 3, Napoli 5  e Avellino.

Dopo avergli mostrato le immagini delle irregolarità, La Iena accompagna Pasquale Pecora al Consiglio Nazionale e gli chiede se non sarebbe giusto dimettersi: «Ma guarda… sinceramente… Penso di sì. L’Associazione è la cosa più importante. […] Parlerò col Presidente della situazione specifica che mi riguarda e delle possibilità delle mie dimissioni». «Quindi gli dirai che ti vuoi dimettere?», incalza La Vardera. «Sì», è la risposta di Pecora.
 

 
© RIPRODUZIONE RISERVATA