Bullismo a Napoli, studente picchiato a scuola: frattura al setto nasale, operato al Cardarelli

La denuncia della madre: episodio grave e ingiustificato, chiediamo chiarezza

Bullismo a Napoli, studente picchiato a scuola
Bullismo a Napoli, studente picchiato a scuola
Leandro Del Gaudiodi Leandro Del Gaudio
Lunedì 29 Aprile 2024, 23:29 - Ultimo agg. 1 Maggio, 09:24
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Qualcosa in più di un banale litigio, di quelli che da sempre scandiscono gli anni scolastici per gli alunni di tutte le età. Qualcosa di più di una lite estemporanea tra due studenti della stessa età. Quanto accaduto nella palestra di una delle scuole più conosciute di Napoli è materia penale: una vicenda destinata al lavoro dei magistrati per l’accertamento delle singole responsabilità. I fatti. È lo scorso 17 aprile, al Giustino Fortunato, siamo tra le 13.30 e le 14, quando gli alunni si apprestano a seguire l’ora di Educazione fisica. All’interno degli spogliatoi, ci sarebbe stata un’aggressione ingiustificata da parte di un alunno nei confronti di un suo coetaneo. Secondo la prima ricostruzione, la vittima e l’aggressore sono compagni di classe.

Prima le offese, poi le botte.

Pugni al viso, la vittima perde per qualche istante le forze, poi viene soccorso da altri compagni di classe. Naso rotto, sangue sul viso, scattano i soccorsi. Viene allertata la mamma del ragazzino picchiato, che si precipta a scuola e accompagna il figlio in ospedale. Corsa in taxi all'ospedale Cardarelli. Momenti di tensione, il ricovero al Pronto soccorso è decisivo per bloccare il sangue e dare inizio a un trattamento sanitario necessario per ricomporre le ferite. 

Tutto il resto è nel referto medico allegato agli atti della denuncia: frattura delle ossa nasali, con prognosi iniziale di 15 giorni, con ricovero ed indicazione all’immediato trattamento chirurgico. In sintesi, il 15enne viene operato due giorni dopo l’ingresso al Cardarelli, per essere poi dimesso con la diagnosi di «frattura chiusa delle ossa nasali, ridotta chirurgicamente». Il resto è storia di un’indagine della Procura di Napoli (a partire dall'ufficio minorile) che dovrà verificare l’attendibilità della denuncia, sulla scorta delle testimonianze che verranno acquisite, ma anche della versione delle due parti, oltre che dei referti medici che sono stati depositati agli atti. A formalizzare la denuncia, l’avvocato Sara Perrotta che assiste la famiglia del ragazzino costretto a ricorrere alle cure mediche. Stando alla prima ricostruzione, quella dello scorso 17 aprile non sarebbe stata la prima aggressione. Nel corso degli ultimi mesi, la vittima del pestaggio sarebbe stato offeso e maltrattato in più di una occasione. A questo punto risulta doveroso ascoltare il 15enne indicato come responsabile del gesto di violenza avvenuto all’interno degli spogliatoi. Nel corso dell’esposto, i legali fanno riferimento anche ad alcuni potenziali testimoni dell’episodio. In questo senso sono stati indicati i nomi di almeno sei alunni, che avrebbero assistito all’aggressione. Ma non è tutto. C’è il filone della responsabilità oggettiva, a proposito della responsabilità di vigilare su alunni minorenni.

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L'appello

Parliamo di pochi attimi, va chiarito, dello spacco tra una materia e l’altra, che prevede una inevitabile (e breve) parentesi per consentire agli insegnanti di prendere possesso della gestione della classe per l’ora successiva. Verifiche in corso, all’interno di un istituto rappresentato da docenti e dirigenti da sempre impegnati a garantire l’offerta formativa sul territorio, oltre a farsi promotori di protocolli finalizzati al rispetto della legalità. Spiega l’avvocato Sara Perrotta, responsabile delle pari opportunità per conto del Consiglio dell’Ordine napoletano: «Abbiamo chiesto di definire le eventuali responsabilità dell’episodio finora ricostruito sulla scorta delle testimonianze raccolte, ma anche delle cartelle cliniche che alleghiamo alla nostra denuncia. Il nostro interesse non è rivolto solo a tutelare un ragazzino violentemente aggredito senza motivo, ma anche di fare argine rispetto a una deriva sempre più evidente.

Ben vengano denunce e inchieste, se si riesce a creare un argine contro il bullismo, mentre ci auspichiamo che i ragazzi sappiano fare quadrato per impedire che si ripetano aggressioni gravi e immotivate». Intanto, alla luce della denucia sui fatti del 17 aprile scorso, è logico pensare che ci siano verifiche all’interno dell’istituto, improntate al dialogo formativo nel tentativo di impedire altri episodi di simile gravità.

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