Don Luigi Merola, il prefetto di Napoli rafforza la vigilanza dopo gli ultimi raid

Il sacerdote: «Condivido la decisione, la scorta sarebbe stata un passo indietro»

Il Comitato provinciale per l'ordine pubblico
Il Comitato provinciale per l'ordine pubblico
di Giuliana Covella
Lunedì 29 Aprile 2024, 23:29 - Ultimo agg. 30 Aprile, 18:30
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Rafforzata la vigilanza a don Luigi Merola, dopo il furto della sua auto a Marano circa una settimana fa, poi ritrovata a Scampia due giorni dopo. A darne notizia è stato lo stesso sacerdote, a margine della riunione convocata dal prefetto Michele di Bari, che ieri ha presieduto il comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, in occasione del quale è stata affrontata, tra l’altro, la questione del furto dell’autovettura in uso a padre Merola, presidente della Fondazione ‘A Voce d’ ‘e creature, che insiste: «Non voglio la scorta, sarebbe un ritorno al passato. Voglio proseguire in serenità la mia attività, magari con una maggiore vigilanza». Nel corso della seduta è stata svolta anche un’approfondita analisi della situazione a San Giorgio a Cremano, dove lo scorso 21 aprile si è verificata una grave aggressione ai danni di un minorenne. 

Il comitato

Prima il raid e il successivo furto dell’auto ai danni di un parroco simbolo della lotta ai clan come don Luigi Merola; poi il ferimento di un ragazzo di 13 anni nell’hinterland vesuviano.

Da questi due fatti si è partiti per fare il punto e adottare soluzioni appropriate nel corso della riunione del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica convocata dal prefetto. Due episodi che sono lo specchio dell’escalation di violenza che continua ad aumentare tra Napoli e la sua Città Metropolitana. 

«Per quello che fa don Luigi merita la nostra attenzione - ha detto il prefetto a margine della seduta - e l’invito a questa riunione ha significato proprio la possibilità che la sua attività si svolga nella massima serenità, per questo ci sarà qualche grado di attenzione maggiore nei suoi confronti», ha aggiunto. Altra questione “calda” degli ultimi giorni l’aggressione a un minore avvenuta a San Giorgio oltre ai fatti di Afragola, sui quali il prefetto ha spiegato: «È un tema complessivo che è stato affrontato, in particolare sul caso di San Giorgio dove il fatto che un 13enne sia stato aggredito da un numero notevole di altri minorenni fa pensare che dobbiamo mettere in campo attività di prevenzione, ma anche che le strutture comportamentali di questi ragazzi abbiano bisogno di percorsi pedagogici incisivi, perché tutto ciò non possa più accadere. Mai come in questo caso c’è bisogno di accompagnare questi ragazzi, perché ciò che è accaduto è gravissimo». Infine sull’assalto ai fondi del Pnrr Di Bari ha ricordato che «c’è un’attività di prevenzione antimafia».

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Don Merola 

«Se mi avessero dato la scorta l’avrei rifiutata. Perché mi è stata tolta 6 anni fa e oggi come allora correvo rischi». Don Merola commenta così il provvedimento della prefettura che ha modificato la sua vigilanza da dinamica a dedicata: «Significa che è aumentata - spiega - e che ogni qualvolta dovrò muovermi, l’agente che mi accompagna dovrà mettersi in contatto con una pattuglia di forze dell’ordine per comunicare dove sarò. Non avrei mai accettato di nuovo la scorta - rimarca ancora - sarebbe stato come ritornare al passato. Io voglio continuare a fare del bene e a salvare i ragazzi dai clan. Vivere di nuovo sotto scorta significherebbe perdere la libertà, non poter andare allo stadio e non poter portare i bambini della Fondazione a mare come faremo nei prossimi mesi coi campi estivi. Ciò che chiedo è solo una maggiore vigilanza». Dopo il ritrovamento in via Zuccarini dell’auto di servizio che gli avevano rubato, padre Luigi punta ancora una volta il dito contro la camorra che gestisce i furti d’auto: «Dirò che lo Stato ha vinto quando ritroveranno i responsabili del furto della mia auto, perché l’altra Smart rubata assieme alla mia ad oggi non è stata trovata. Inoltre ieri notte in via Tevere nella zona dove hanno portato via la mia, sono stati danneggiati altri veicoli. Ogni notte è così: dietro i furti delle auto e il meccanismo del “cavallo di ritorno” c’è la camorra. Questo bisogna sconfiggere». 

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