Buon compleanno Heidi, nata dalla penna di una svizzera, disegnata da un giapponese ma, in realtà, figlia di un napoletano. La prima puntata della serie animata Heidi è andata in onda in Giappone nel gennaio del 1974, cinquant'anni fa. La celebrazione assume un sapore particolare a Napoli, perché la piccola montanara ha origini partenopee: nel primo capitolo della storia, infatti, la scrittrice Johanna Spyri, chiarisce subito le origini della piccina.
Il burbero nonno di Heidi, secondo il racconto, è stato soldato dell'esercito svizzero di stanza a Napoli e, al ritorno dalla lunga esperienza partenopea si è presentato al suo paese in Svizzera, accompagnato da un bambino, Tobias, nato proprio all'ombra del Vesuvio. Tobias, poi, si sposerà e avrà una bimba, la nostra Heidi che, però, resterà orfana di entrambi i genitori all'età di un anno e inizierà una vita difficile da orfana, in seguito accudita dal nonno. Insomma, la bimba che insegue le caprette sulle montagne della Svizzera è figlia di un napoletano. E forse proprio grazie alle sue origini conserva tutti i tratti della "scugnizza" che l'hanno resa popolare tra tutti i bambini del mondo.
La storia inventata dalla Spyri, e resa famosa dalla serie animata disegnata da Hayao Miyazaki, in effetti affonda le radici nella realtà.
Quattro reggimenti di soldati svizzeri vennero aggregati alle truppe borboniche di stanza a Napoli, all'indomani del periodo napoleonico, tra il 1825 e il 1829. Così tanti giovani elvetici, soprattutto quelli delle montagne, decisero di tentare la fortuna trasferendosi all'ombra del Vesuvio. I soldati svizzeri ebbero un ruolo preminente nella difesa del regno di Napoli, furono in campo durante i moti del 1848 durante i quali i rivoltosi si accanirono particolarmente sulle milizie estere, lottarono strenuamente nell'ultima, drammatica, battaglia di Gaeta nel 1860.
Nel periodo di massima confluenza di soldati svizzeri, a Napoli ne arrivanono circa settemila. Non erano ben visti dalla popolazione con la quale, spesso, c'erano screzi. Questo particolare, evidentemente, ha spinto la scrittrice svizzera a spiegare che il nonno di Heidi fu costretto a lasciare Napoli in tutta fretta con il suo piccolo Tobias, perché durante una rissa in una strada della città, aveva ucciso un uomo.