Mann, aprono i laboratori di restauro: ecco i Bronzi di San Casciano

I sorprendenti reperti saranno in mostra nel museo dal 15 febbraio al 30 giugno 2024

Il prof. Osanna con l'Orante femminile, per la prima volta in mostra
Il prof. Osanna con l'Orante femminile, per la prima volta in mostra
di Vincenzo Cimmino
Martedì 30 Gennaio 2024, 19:15 - Ultimo agg. 22:56
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Il MANN apre in anteprima le porte del suo laboratorio di restauro. All’interno sono custoditi i Bronzi di San Casciano. Oggi, 30 gennaio, a fare da ciceroni il professor Massimo Osanna, il professor Jacopo Tabolli e la dottoressa Vilma Basilissi. Responsabile del laboratorio, vero centro di eccellenza e avanguardia, è la dottoressa Mariateresa Operetto.

Il laboratorio di conservazione e restauro si articola in cinque diverse sezioni. Vi è la sezione Dipinti murali e mosaici, quella Materiali lapidei, la Ceramica, vetri, organici, la sezione Metalli e infine quella Documentazione mostre. Il personale del laboratorio si occupa della conservazione e del restauro di tutti i materiali archeologici del Museo in base al settore di appartenenza e in funzione delle varie necessità.

Fondamentale è anche il lavoro di ricerca. Qui vengono redatte le schede conservative, fatti i sopralluoghi e decisi gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, e restauro. È qui che si trova in restauro la celeberrima Battaglia di Isso, conosciuta anche come Mosaico di Alessandro.

Ed è sempre qui che si trovano, dalla metà di gennaio, i celebri Bronzi di San Casciano, che saranno in mostra nel Museo dal 15 febbraio al 30 giugno 2024. A Napoli verranno esposti pezzi che non è stato possibile mettere in mostra a Roma. Tra questi l’Orante femminile.

Il bronzo, negli ultimi stadi della fase di restauro e preparazione, è un vero capolavoro.

Quella dei Bronzi è una storia affascinante. Un vero unicum archeologico. Oltre venti statue di bronzo, cinquemila monete in metalli preziosi, ex voto e altri oggetti. Tutti ritrovati in grandissimo stato di conservazione. Un ritrovamento che permette di riscrivere la storia della statuaria etrusco-romana.

 

Questi pezzi, i Bronzi, di eccezionale importanza, sono stati ritrovati durante una campagna di scavo nel santuario etrusco-romano di San Casciano, in provincia di Siena. Nello specifico nella grande vasca sacra della sorgente termale del Bagno Grande. Come la statua di una figura femminile che regge una patera, un tipo di piatto per le offerte, e un serpente.

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Paradossalmente la loro collocazione in acqua termale è stata di grande aiuto. Grazie a una naturale carenza di ossigeno la corrosione dei metalli è stata fortemente rallentata.

L’elevatissimo stato di conservazione delle statue all’interno dell’acqua calda della sorgente ha permesso di preservare addirittura le meravigliose iscrizioni in etrusco e latino. In queste scritte è possibile leggere nomi di divinità, di potenti famiglie etrusche e anche menzioni delle aquae calidae, le fonti calde del Bagno Grande.

Come il putto con una iscrizione da parte della madre affinché tornasse in salute. Un vero e proprio ex-voto ante litteram. O, ancora, come il piede che conserva una dedica alla Fortuna Primigenia, una antichissima divinità. La maggior parte di questi capolavori si data tra il III secolo a.C. e il I secolo d.C., un periodo di grandi cambiamenti e trasformazioni nella Toscana antica. 

Per l’allestimento della mostra verranno usate sale recentemente restaurate e non ancora aperte. Si è già anche pensato al rientro dei pezzi. Tornati a San Casciano i Bronzi verranno collocati in un palazzo recentemente acquistato dal Ministero. L'edificio svolgerà la funzione di museo con mostra permanente. 

«Una mostra, questa del Mann, che propone l’allestimento del Quirinale ma anche pezzi inediti. – dichiara Massimo Osanna, Direttore Generale dei Musei del Ministero della Cultura – Nuove scoperte. Innanzitutto una bellissima statua femminile, un po’ il simbolo di queste scoperte che non si poteva portare originariamente al Quirinale perché necessitava di cure. Ricordiamo che questa è una mostra basata su un programma di ricerca serio e interdisciplinare. Possiamo riscrivere la storia di un santuario termale dalla lunghissima vita. Ancora oggi in quelle acque ci si può bagnare. Perché scavato in maniera ineccepibile, in quel luogo di culto recuperiamo tantissimi dati che in altri santuari non è possibile recuperare».

«Ai fini della conservazione la condizione particolare di questi bronzi è estremamente importante. – afferma Vilma Basilissi, dell’Istituto Centrale per il Restauro di Roma – Parliamo di un’acqua dolce termale che non aiuta la conservazione, con un alto gradiente di temperatura. Però la condizione di carenza di ossigeno ha consentito una corrosione piuttosto lenta, continua, costante. Stiamo lavorando affiancati da una valentissima equipe, siamo agli inizi».

«Intanto le iscrizioni ci dicono il nome delle divinità. – commenta Jacopo Tabolli, archeologo e co-curatore della mostra – Nella fase etrusca c’è una sola divinità femminile, la divinità della fonte. In età romana le divinità sono molte di più, ad esempio Fortuna Primigenia, Esculapio, Iside e soprattutto Apollo. I restauri di questi giorni si stanno concentrando sulla caratterizzazione di questi bronzi dal punto di vista chimico-fisico per continuare a studiare materiale che in realtà è giovane e che necessita di continui approfondimenti».

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