Funghi Espresso in una scuola di Scampia per un progetto di educazione ambientale

Funghi Espresso in una scuola di Scampia per un progetto di educazione ambientale
di Donatella Trotta
Venerdì 6 Marzo 2015, 23:22 - Ultimo agg. 23:47
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Un’idea tanto semplice quanto geniale. Che riecheggia i versi di una celebre canzone di Fabrizio De André: «dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior». È l’idea di sostenibilità, riduzione dei rifiuti e riuso circolare alla base della start-up agricola «Funghi Espresso», che stamattina a Napoli ha avviato un progetto pilota di educazione ambientale e bio-agricoltura in un istituto comprensivo di Scampia, dove 45 bambini dai 7 ai 10 anni hanno ascoltato incantati una vera e propria lezione su come coltivare funghi commestibili...dalle pose del caffé esausto.



Già, avete capito bene. Funghi freschi, del genere Pleurotus, volgarmente noto come ”orecchioni“, nati utilizzando solo ed esclusivamente i residui della lavorazione del caffé. Può sembrare una magia, è invece realtà: a sperimentarla, un brillante giovane di Torre del Greco, Vincenzo Sangiovanni, architetto 32enne laureato anche in Lingue e - naturalmente - disoccupato, che smanettando su Internet ha scoperto e studiato questo singolare procedimento agricolo sperimentato la prima volta 30 anni fa e poi, nel 2005, negli Stati Uniti da due ragazzi. Incuriosito, l’intraprendente architetto torrese ha così (primo in Italia) sperimentato a sua volta in garage una coltivazione in proprio, durante il lavoro per la tesi, che nel 2013 lo aveva impegnato proprio sui temi delle serre e delle bonifiche di terreni vicini a discariche. Poi, ha assaggiato il primo raccolto apprezzandone la particolare fragranza, quindi ha immaginato di avviare una produzione su commissione attivandosi allo scopo.



E, continuando a documentarsi, Sangiovanni si è imbattuto in un altro giovane, l’agronomo abruzzese 29enne Antonio Di Giovanni, residente in Toscana (a Capannori, in provincia di Lucca), che a sua volta si stava occupando di un progetto analogo, «Dalle proteine al caffé», in collaborazione con il Centro Rifiuti Zero. Detto, fatto. Sempre via web i due si sono contattati, conosciuti, messi in società. Antonio è sceso a Torre del Greco, ha coinvolto un imprenditore giapponese, Tomohiro Sato, interessato a investire in sostenibilità e innovazione in Italia. È nata così a marzo scorso la start-up autofinanziata «Funghi Espresso», la cui produzione è iniziata a ottobre. Un’avventura, ma anche una sfida dell’intelligenza contro le difficoltà del mercato del lavoro per i giovani. E funziona: la neonata azienda produce apprezzati funghi freschi utilizzando solo ed esclusivamente i residui della lavorazione del caffè. Le pose, per capirci.



La voce si sta spargendo, la gente guarda sempre più incuriosita Vincenzo Sangiovanni, bruno barbuto e scattante che, in bicicletta, gira tra i bar per raccogliere i fondi di caffé. E il suo progetto condiviso con la Toscana, che ha prodotto anche un kit per famiglie per coltivare funghi a casa propria, dopo essere stato premiato a Firenze come migliore buona pratica agricola verso Expo 2015 e a Capannori come startup innovativa a Rifiuti Zero, ha iniziato a espandersi anche nelle scuole.

A partire dall’Ic Pertini- 87esimo Circolo Don Guanella di Scampia: «L’idea - spiega Sangiovanni - è quella di avvicinare i più giovani ai concetti di sostenibilità, riduzione dei rifiuti ed economia circolare spiegando come da un apparente rifiuto, in questo caso le pose del caffè esausto, possa nascere nuova vita. Anche in vista dell’introduzione, dall’anno prossimo, dell’ora di educazione ambientale obbligatoria per gli istituti scolastici statali, ho pensato di fare un test che è stato molto bene accolto dai bambini e dalla preside, Filomena Sciubba, per ripeterlo in modo più organico a partire dal prossimo anno scolastico».



Nel frattempo, i due giovani stanno infatti lavorando al marchio dell’azienda, al cosiddetto ”brand“, con il sostegno fra gli altri di un appassionato ecologista come Rossano Ercolini, maestro elementare vincitore del Goldman Environmental Prize. «La scelta di iniziare l’opera di educazione ambientale da Scampia - spiega ancora Sangiovanni - non è casuale: nelle zone di confine, nei luoghi più difficili è più facile trovare le energie più predisposte al cambiamento e all’innovazione sociale. La sfida di Funghi Espresso è vedere in ogni scuola della Campania, nell’ora di educazione ambientale, studenti impegnati nello studio del rispetto dell’ambiente, nella coltivazione del proprio cibo e nella discussione delle tematiche legate ai rifiuti, perché il nostro territorio non è solo negatività».

Anche per questo, stamattina, i bambini di Scampia hanno ascoltato incantati e partecipi la storia del ciclo della vita e dell’acqua: «Uno studente informato - sorride Sangiovanni - sarà un cittadino consapevole da grande e farà parte di una collettività rispettosa della natura e delle regole del convivere civilmente. I ragazzini si appassionano, quando da un gioco scoprono che possono cambiare punto di vista, ad esempio sui rifiuti, e assumersi delle responsabilità di cura che danno origine al miracolo della vita».



Il modello sul quale è fondata la start-up che unisce nord e sud nell’avventura di una sana competitività è quello dell’economia circolare, «unico sistema davvero sostenibile di fare impresa», spiega l'architetto torrese. «Funghi Espresso - conclude Sangiovanni - vuole portare questa semplice idea, riassunta dal concetto “Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma” nelle scuole dimostrando come attraverso un’educazione ambientale seria e mirata si possono abituare gli studenti non solo al rispetto della natura, ma anche al consumo critico e al rispetto delle leggi».
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