De Luca-Fitto: ecco un nuovo ricorso sui fondi

Fitto al Consiglio di Stato: no ai 45 giorni imposti dal Tar per la firma dell’accordo

De Luca e Fitto
De Luca e Fitto
di Dario De Martino
Sabato 16 Marzo 2024, 23:47 - Ultimo agg. 18 Marzo, 07:34
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Tra Regione e Governo continua la battaglia. La prima novità è che il ministero del Sud ha presentato ricorso al Consiglio di Stato dopo la vittoria al Tar di Palazzo Santa Lucia. Il tribunale amministrativo campano lo scorso 19 febbraio ha dato al ministero 45 giorni di tempo per predisporre lo schema di accordo da sottoscrivere con la Regione sui fondi sviluppo e coesione, pena la nomina di un commissario. Il ricorso è stato presentato venerdì dal ministero e sarà depositato domani al Consiglio di Stato. Non c’è quindi ancora una data dell’udienza. Domani anche la Regione si costituirà in giudizio. Ma Vincenzo De Luca guarda già avanti. Ed ecco la seconda novità. Ieri il governatore ha incontrato un centinaio di sindaci nell’auditorium del Centro direzionale ed ha fissato la data per la svolta: il 4 aprile, giorno in cui scadono i 45 giorni dati al ministero dal Tar. «Se viene cancellato il termine dovremo passare alla lotta», dice ai sindaci.

Ma in cosa si sostanzia il ricorso del ministero al Consiglio di Stato? Fonti ministeriali riferiscono che si basa su tre punti: incompetenza territoriale del Tar Campania, inammissibilità del ricorso fatto dalla Regione e sua infondatezza dal momento che «l’istruttoria è ancora in corso per fatti ascrivibili alla Regione». Quanto a quest’ultimo punto del ricorso, vengono elencati tutti i motivi, già precisati da Fitto in una lettera mandata ai sindaci campani, per cui il ministero giudica «inadempiente» la Regione. Ieri mattina il governatore ha comunicato ai sindaci la decisione del ministero di andare al Consiglio di Stato, citando un ulteriore elemento, non confermato dalle fonti ministeriali. «I 45 giorni non consentono al ministero di effettuare valutazioni approfondite in merito alla proposta di progetti alternativi o sostitutivi a quelli presentati dalla Regione», dice De Luca attribuendo questo passaggio al ricorso del ministero. Punto sul quale l’ex sindaco di Salerno si fa allusivo e parlando con i sindaci dice: «Finalmente lo hanno detto chiaro. Vogliono vedere se possono fare quello che credo abbiano fatto in qualche Regione del Nord: “Noi sblocchiamo, però mi devi fare qua, là”. A me nessuno ha chiesto niente, perché sapevano la risposta. Non si sono permessi». Infine invita per ancora una volta il ministro Raffaele Fitto a un confronto pubblico. Dal ministero non arriva nessuna replica. D’altronde venerdì il ministro Raffaele Fitto aveva chiarito la sua posizione: «Gli scontri si fanno in due e a me non interessano».

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De Luca, invece, sembra voler proseguire su questa strada. «Siamo a un passaggio delicatissimo», dice ai circa cento sindaci radunati nell’auditorium del Centro direzionale, affiancato sul palco da Sergio Negro, responsabile dell’autorità di gestione del fondo europeo di sviluppo regionale, e dal sindaco di Caserta e presidente dell’Anci Campania Carlo Marino. Il governatore si rivolge alle fasce tricolori: «Il danno è vostro, non di De Luca. Io non ero obbligato ad andare a buttare il sangue a Roma con la manifestazione. Io so come si può vivere bene da presidente della Regione. Mi vado a fare trenta cerimonie a settimana e vivo come qualche ministro. Mi fa un po’ schifo questo tipo di lavoro». Quindi la chiamata alle armi: «Se non c’è certezza dei tempi occorre un’iniziativa di lotta dura. Se avete voglia di combattere, sto davanti a voi. Se vi siete ammosciati, faccio l’amico di tutti come altri amministratori». Poi lancia un’idea ai sindaci: «Un tabellone grande in ogni Municipio con l’elenco dei progetti bloccati dal Governo». E ancora: «Non mandate nessuna carta inutile al ministero. Basta una non corrispondenza tra quello che segnala l’autorità di gestione e diventa un pretesto per allungare le procedure». Infine, sollecitato da una domanda di un sindaco, annuncia pure un ricorso alla Corte Costituzionale sulla Zes unica: «Lo abbiamo già pronto».

Intanto ieri pomeriggio si è tenuta anche la manifestazione contro l’autonomia differenziata a cui ha partecipato in rappresentanza della Regione Fulvo Bonavitacola. In piazza tra gli altri esponenti del Pd (per la segreteria nazionale Marco Sarracino), del M5S (guidati da Giuseppe Conte e Roberto Fico) e gli ex sindaci Luigi de Magistris e Antonio Bassolino. In piazza anche la Cgil, l’Usb e i Cobas in un corteo da centinaia di persone guidato da Marisa Laurito. Assenti esponenti di Palazzo San Giacomo, mentre c’erano altri sindaci che avevano da poco finito la riunione con De Luca. Quando il corteo è arrivato a Piazza Municipio, un manifestante ha puntato il dito contro l’assenza di Gaetano Manfredi: «Dove sei? Dov’è il gonfalone del Comune?».