Fondi Ue, più vicino il patto tra De Luca e governo: Decaro il mediatore

Regge il canale diplomatico sotterraneo aperto dal presidente nazionale dell'Anci

Antonio Decaro ieri a Napoli
Antonio Decaro ieri a Napoli
di Adolfo Pappalardo
Sabato 16 Marzo 2024, 08:00 - Ultimo agg. 16:30
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Al di là delle ultimissime schermaglie, la situazione sembra destinata a risolversi. Entro la prima settimana di aprile quando scadono i 45 giorni fissati dal Tar per la ripartizione dei fondi Fsc per la Campania. Cesserebbe così la materia del contendere anche rispetto ad un ricorso di secondo grado al Consiglio di Stato annunciato dal governo a metà febbraio. Si dovrebbe così archiviare definitivamente lo scontro durissimo di queste settimane tra il ministro per la Coesione Raffaele Fitto e il governatore Vincenzo De Luca su una partita finanziaria che vale quasi 6 miliardi. Il tempo è maturo e, fateci caso, da un po' di giorni i due contendenti, Fitto e De Luca appunto, evitano le asprezze. I toni, in particolare quelli di De Luca che hanno viepiù indispettito il ministro, si sono ammorbiditi moltissimo. Come è possibile? Merito del canale diplomatico sotterraneo aperto da Antonio Decaro, sindaco di Bari e presidente nazionale dell'Anci. È merito suo in particolare se la situazione si sbloccherà.

A fare da collante tra Decaro e Fitto, ovviamente, è stato anzitutto un motivo geografico: entrambi pugliesi. Ma anche se avversari politici si stimano a vicenda nel rispetto dei loro ruoli. Prima, siamo agli inizi di marzo, un incontro ufficiale a Roma con una pattuglia dell'Anci (oltre a Decaro, il sindaco di Caserta Carlo Marino e il collega di Striano, Antonio Del Giudice esponente di Fdi e delegato anzionale dei piccoli comuni) e il ministro.

Poi, nei giorni successivi, Fitto e Decaro si sono sentiti più volte. Anzitutto si è convenuto che ci dovesse essere un ammorbidimento dei toni che c'è stato e, ancora, un dettaglio squisitamente tecnico-burocratico. Senza l'accordo con la Campania (nei prossimi giorni è in dirittura d'arrivo la firma per la Basilicata e la Puglia), tutta la materia dei fondi Fsc, tutto il pacchetto finanziario per le regioni insomma, poteva rischiare di incagliarsi al Cipess (il Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica e lo Sviluppo Sostenibile) a cui spetta un ok finale. Insomma il caso Campania poteva ritorcersi anche contro le altre regioni. Meglio non rischiare. E soprattutto meglio non rischiare ed evitare di mettere tutta questa materia in mano ai giudici amministrativi costretti a dirimere, su denuncia di palazzo Santa Lucia, uno scontro istituzionale in cui nessuno dei contendenti sembrava voler fare mezzo passo indietro. A cominciare dalla disamina dei progetti. Si era partiti da un governo deciso a esaminare nei dettagli la situazione campana: progetto per progetto sull'uso dei fondi Fsc. Un altro motivo di scontro, quasi un reato di lesa maestà per l'ex sindaco di Salerno. 

Poi anche qui, merito del sindaco di Bari, si è deciso di esaminare tutto a grandi linee: ovvero le risorse destinate ad ogni comparto. E via così anche sulle percentuali di spesa su cui si è guerreggiato aspramente: la rendicontazione finale si farà dopo l'arrivo di questi fondi. Anche perché i comuni hanno bisogno proprio di questi fondi per concludere una serie di progetti già appaltati. Che ci sono, eccome. «A dicembre 2023 abbiamo presentato i dati Anac e della piattaforma Regis: 32,5 miliardi appaltati a fronte dei 35 assegnati ai Comuni, sono stati aggiudicati 12,5 miliardi. Cioé il 52 per cento delle risorse», dice a Napoli ieri Decaro al convegno Cgil riconoscendo i meriti del governo: «È iniziato un confronto ruvido fino a quando il governo non ha promesso risorse e le risorse poi sono arrivate».

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In mezzo, e torniamo alla partita campana, ci sono stati dettagli tecnici da limare per l'accordo a cui ha lavorato, raccontano tra i corridoi di palazzo Chigi, un solerte dirigente di quegli uffici in qualità di sherpa: far dialogare i rispettivi funzionari di ministero e palazzo Santa Lucia che pure si erano messi i bastoni tra le ruote a vicenda. Vedremo nei prossimi giorni ma il clima di questo ore è di generale fiducia che l'accordo sulla Campania sia in dirittura d'arrivo. Con un ultimo punto da discutere ma che riguarda anche altre regioni: non è stato previsto chiaramente sinora negli accordi la quota delle risorse che spettano alle 14 Città metropolitane. Per evitare che in qualche caso si possano registrare tensioni localmente. Meglio evitare ora che siamo alla fine: un aspetto di cui si discuterà a palazzo Chigi nei prossimi giorni con i vertici Anci. 

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