Le scuse non sono mai arrivate nonostante le avesse sollecitate il ministro. Ricordate? Giusto un mese fa il governatore Vincenzo De Luca tuonava, nella sua rituale diretta del venerdì, contro la dirigente del ministero dei Beni Culturali che aveva osato esprimere alcuni rilievi sulla nuova legge paesaggistica regionale. E il giorno dopo Dario Franceschini aveva chiesto pubblicamente che l’ex sindaco si scusasse. Nulla, figuriamoci. E ieri, sempre il ministro, promuove quella dirigente: da capo del legislativo a capo di gabinetto del ministero.
«Dovremmo correre ed invece dobbiamo fare i conti con dirigenti come la dottoressa Cipollone», attaccava De Luca nel corso nel corso della sua tribuna social, contro la dirigente in questione. Colpevole solo di aver contestato e chiesto alcuni chiarimenti alla nuova legge regionale che avrebbe potuto aggirare alcuni vincoli paesaggistici. Sin qui tutto normale se, De Luca, non si fosse inerpicato ossessivamente contro la dirigente Annalisa Cipollone, sbeffeggiandone il cognome. «Voi pensate che con le centinaia dottoresse Cipollone che ci sono nei ministeri saremo in grado di realizzare il Pnrr? Al massimo potremmo farci un brodino vegetale con tutte le cipollone sparse nei ministeri, rischiamo di non muovere una foglia...», attaccava in diretta. Ma se qualcuno da anni tollera o fa finta di nulla (tipico del Pd, il partito di De Luca) alle invettive deluchiane, non ha fatto i conti con il ministro Franceschini. Che, infatti, il giorno dopo interviene con estrema durezza. «L’avvocato Annalisa Cipollone è una professionista di straordinaria competenza giuridica, della cui collaborazione io sono particolarmente orgoglioso. Il presidente De Luca dovrebbe cercare di utilizzare argomenti giuridici per rispondere alle 18 pagine di parere sulla legge 31/21 della Regione Campania, anziché - diceva il ministro - usare battute offensive, aggravate da un sapore maschilista, di cui credo farebbe bene a scusarsi».
Scuse che non arrivano.
Sin qui il botta e risposta per un incidente che non si è mai chiuso. Anzi. Con il ministro che non ha affatto gradito. Prima l’attacco, poi la replica e, nel mezzo, quelle scuse mai arrivate. Sino a ieri quando sembra tutto tornare con la promozione della Cipollone. Per carità lo scontro e il nuovo incarico non sono collegati, ma quando la notizia arriva in Campania non si può non mettere in fila con l’incidente del mese scorso. Anche se, ovviamente, il ministero comunica la nomina in maniera stringata. E cioè che la Cipollone, «da capo dell’ufficio legislativo, è stata promossa da Franceschini capo di gabinetto del ministero della Cultura al posto di Lorenzo Casini, eletto alla presidenza della Lega Calcio di serie A».