Guerra della droga alla Sanità: ucciso il figlio di un capoclan

Guerra della droga alla Sanità: ucciso il figlio di un capoclan
di Leandro Del Gaudio
Mercoledì 7 Gennaio 2015, 23:31 - Ultimo agg. 23:54
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Era stato scarcerato da poco, era tornato nel suo quartiere dove la sua presenza non era passata inosservata. Poi, ieri sera, gli hanno ucciso il figlio, un ragazzo di 21 anni: centrato con nove colpi in una delle zone più popolari di Napoli. Ecco lo scenario del primo morto ammazzato a Napoli nel 2015, l’omicidio del 21enne Ciro Esposito, consumato prima delle otto di ieri sera in via Sanità. Un agguato camorristico per ammazzare il figlio del boss, o comunque, il figlio di un soggetto ritenuto tra i nomi di spessore criminale nell’intreccio di vicoli del centro storico. Classe 1993, precedenti di polizia per fatti di droga, Ciro Esposito non ha avuto scampo. È finito al centro di una pioggia di colpi, secondo quanto è stato possibile verificare alle forze di polizia: nove bossoli nei pressi dell’ascensore della Sanità (che tiene collegata la parte bassa del quartiere con il ponte che conduce verso Capodimonte). Centrato e ucciso, anche se il 21enne non è morto sul posto, ma è stato condotto al Vecchio Pellegrini, al termine di una inutile corsa in ospedale. È stata una telefonata anonima ad allertare le forze dell’ordine, liturgia già vista: «Correte, correte, hanno fatto il morto alla Sanità», ha urlato un anonimo. Ma chi è la vittima del raid camorristico? Al lavoro gli uomini della Mobile del primo dirigente Fausto Lamparelli e del suo vice Lucio Vasaturo, il ragazzo ucciso era abbastanza conosciuto agli archivi delle forze dell’ordine. Era figlio di Pietro Esposito, meglio noto come Pierino, e di Dora Spina, altra conoscenza degli archivi di polizia giudiziaria. Di recente, Pietro Esposito era stato scarcerato, trovando contatto diretto con uno scenario cambiato negli ultimi mesi. Qui, al rione Sanità, droga e racket sono al centro di uno scontro strisciante tra vecchie e nuove leve del crimine organizzato. Controllo delle piazze di spaccio, gestione del pizzo, ricordate appena pochi mesi fa? Sono stati diversi gli episodi dimostrativi, comunque ad alto impatto: spari nelle saracineseche di alcuni negozi, agguati in pieno giorno, ronde di affiliati in sella a scooter di alta cilindrata. C’è tensione tra i vicoli.

Chi sono i killer dei primi giorni del 2015? Indagine condotta dal pool anticamorra del procuratore aggiunto Filippo Beatrice e dei pm Enrica Parascandolo e Henry John Woodcock, c’è attenzione sulle nuove leve che da qualche mese imperversano tra i vicoli dei rioni Sanità e Forcella.

Nessun riscontro concreto rispetto all’episodio di ieri sera, bene chiarirlo, si battono tutte le piste possibili. Al momento facile immaginare che l’attenzione sia rivolta nei confronti del gruppo Giuliano-Sibillo-Brunetti, una costellazione di giovanissimi che negli ultimi tempi sta facendo la voce grossa in materia di droga e racket.

Anche in questo caso parlano i recenti fatti di cronaca, con gli spari in via Decumani (zona di confine tra Forcella e Sanità), pochi giorni prima di Natale, nel periodo di massimo afflusso turistico e a più alta densità di affari.

Ma torniamo all’agguato di ieri notte, all’omicidio di Ciro Esposito. Torniamo sul posto, lì, sotto il Ponte della Sanità, a due passi dall’ascensore. Una zona strategica, secondo gli inquirenti, un crocevia che serve a controllare il via vai nel quartiere, non lontano da una importante piazza di spaccio.

Colpire in via Sanità, significa mettere le mani su un fiume di denaro, in una zona che fa da corridoio della droga che entra in città (assieme al rione Traiano, nella zona ovest). Inchiesta in corso, nessuna testimonianza utile, si lavora sullo scenario di insieme: su nuove alleanze, anche alla luce della strategia di un gruppo misto formato da emergenti che puntano a strappare fette di dominio criminale e lo fanno senza badare a gerarchie e a vecchi equilibri.

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