Legge anti-ruspe, il Pd si tira fuori: sarà rinvio

Legge anti-ruspe, il Pd si tira fuori: sarà rinvio
di Paolo Mainiero
Martedì 3 Ottobre 2017, 00:00
3 Minuti di Lettura
La legge che regola le demolizioni degli abusi edilizi subisce una nuova frenata. Forse la definitiva. Il provvedimento ieri è approdato alla Camera per l’ultima lettura ma appare ormai chiaro che l’esame del testo sarà rinviato, richiesta che potrebbe essere avanzata già oggi in aula. Se ne parlerà, spiegano ambienti del Pd, dopo la legge elettorale ma la sensazione è che il disegno di legge che porta la firma del senatore Ciro Falanga sia destinato a scomparire dall’agenda dei lavori parlamentari. «Il testo così com’è non passerà», insiste il presidente della commissione Ambiente Ermete Realacci, e la sua è una posizione che prende sempre più corpo nel Pd ed è sostenuta da sinistra e ambientalisti.

Forza Italia spinge per l’approvazione della legge e si fa forte del sostegno dei sindaci, sia di centrosinistra che di centrodestra, che chiedono a viva voce una legge che disciplini le demolizioni. Una legge, va detto, per la quale spingono soprattutto gli amministratori campani, molti anche del Pd, guidati in questa battaglia dal presidente della Regione Vincenzo De Luca. Del resto solo in Campania, in base a sentenze della magistratura, ci sono tra i 60 i 70mila manufatti abusivi da abbattere, e sono almeno 185mila le domande di condono accumulate in trent’anni (risultano non evase pratiche relative alle sanatorie del 1984 e del 1994). Un bubbone, insomma.

Ieri in aula è stato Carlo Sarro a relazionare sul testo. Il deputato di Forza Italia ha parlato di provvedimento «molto atteso da larghi settori», in particolare dai Comuni. «Si tratta - ha detto Sarro - di una soluzione normativa, che non introduce nessuna forma di sanatoria e di condono, sia espresso che surrettizio. È semplicemente un intervento normativo, che fissa con chiarezza procedure, determina con altrettanta precisione i tempi e assegna per la prima volta risorse che sono dedicate specificamente a questa funzione e a questo compito, con l’istituzione e il finanziamento del fondo di rotazione». Il dibattito è stato avaro di interventi: appena due. Dopo Sarro ha preso la parola Donatella Agostinelli del M5s per contestare «una legge che consisterà in un condono senza scadenza e, di fatto, ostacolerà l’attività delle procure impegnate da sempre in prima linea contro l’abusivismo». Infine, è toccato alla campana Michela Rostan, ex Pd oggi con Mdp. «È una legge - ha detto - che non ha l’obiettivo di tutelare il territorio e di combattere l’abusivismo e di tutelare la legalità, ma ha come obiettivo quello di rassicurare chi ha realizzato gli abusi».

E il Pd? All’interno del partito i dubbi sono molti e non riguardano solo il merito della legge: secondo i detrattori, dando priorità alle demolizioni degli «immobili non ultimati e non abitati», si arriva a una sorta di sanatoria, di fatto, per chi la casa abusiva invece l’ha già terminata di costruire, visto che quest’ultimo proprietario, sarà sanzionato solo in ultima battuta. Le perplessità nel Pd sono anche di carattere politico. Nel partito prende corpo la consapevolezza che la legge non piace ai propri elettori, mentre una sua approvazione metterebbe benzina nel motore della campagna elettorale del centrodestra. Certo, è il ragionamento, tra chi spinge per l’approvazione della legge ci sono anche amministratori del Pd ma, osservano ambienti interni al partito, la legge non può essere un alibi per sottrarsi al problema.
 
© RIPRODUZIONE RISERVATA