Regionali, Fi rinuncia al nome di Berlusconi: sulle schede solo il logo

Regionali, Fi rinuncia al nome di Berlusconi: sulle schede solo il logo
Lunedì 27 Aprile 2015, 03:24
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Claudio Marincola
Roma. È uno dei casi in cui l'assenza si noterà più della presenza: sulla scheda per le prossime Regionali sotto il simbolo di Forza Italia il nome di Berlusconi non ci sarà. La decisione l'ha presa direttamente l'ex Cavaliere, i maliziosi dicono dopo aver visto gli ultimi sondaggi che lo vedono in caduta libera. Dunque via il marchio di fabbrica, via il sottotitolo utilizzato in dissolvenza sin dal 2001.
I sondaggisti, anche quelli cari a Berlusconi, negano. Ma che le elezioni di fine maggio non promettano rose e fiori è cosa nota. Per troppo tempo è durato l'esilio giudiziario. L'idea che possa risalire in fretta è ipotesi al momento solo allo studio. Meglio allora separare la sconfitta dal nome, non dare tracciabilità ad una «scongiurabile débacle».
Per Antonio Noto, direttore di Ipr Marketing l'impatto della scelta nell'urna si sentirà poco: «Forza Italia è sinonimo di Berlusconi, mi sembra piuttosto una scelta tattica in attesa di preparare una “rivoluzione” e cambiare il nome al partito». Tesi che Deborah Bergamini, responsabile Comunicazione non condivide. «Se FI andrà bene si attribuirà il risultato a Berlusconi, idem se non andrà bene. Dire il contrario mi sembra ingenuo». «Ne abbiamo discusso - spiega ancora la Bergamini - e abbiamo deciso tutti insieme che il nome non ci fosse per dare una maggiore riconoscibilità del simbolo nei territori. Sono Regionali, ci saranno liste civiche, alleanze disorganiche, non dimentichiamolo».
Berlusconi considera l'appuntamento del 31 maggio poco meno di un impiccio. Non ha mai amato le amministrative, ora le ama ancora meno. Punta molto sul verdetto di Strasburgo, la sentenza della Corte europea dei diritti umani e l'eventuale riabilitazione per rientrare in campo «con piena dignità». «Basterebbe l'applicazione dell'articolo 7 che stabilisce il principio sulla non retroattività della sanzione prevista dalla legge Severino», sostiene Francesco Giro, senatore e vice presidente della delegazione italiana al consiglio d'Europa a Strasburgo. Ai suoi Berlusconi ha detto che non tornerà in piazza; si considera un “obiettivo sensibile”, teme di essere nel mirino dell'Isis. Incontrando i parlamentari alla Camera e al Senato non ha fatto alcun riferimento al simbolo che dovrà essere depositato entro le 12 del prossimo 2 maggio.
L'ex Cav considera il test elettorale limitato e «poco attendibile». Forse perché, malignano gli avversari, sondaggi alla mano FI fatica ad andare in doppia cifra o poco al di sopra. Soltanto in Campania il candidato forzista (Caldoro) avrebbe qualche chance di vittoria.
I sondaggi lasciano però il tempo che trovano e Berlusconi ci ha abituato alle rimonte. Il coordinatore pugliese di FI Vitali non ci fa caso e punta sul tour del presidente a Foggia e Bari per sostenere di persona Adriana Poli Bortone. Vitali dà per certa anche la presenza di Berlusconi il 7 o l'8 maggio a Monte Rotondo al santuario di Padre Pio. Ma i frati Cappuccini non confermano e la presenza/assenza continua.
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