La nomina di Luigi Di Maio come inviato dell'Ue nel Golfo è un caso. Il candidato favorito è lui ma le probabilità che il cerchio si chiuda sono tutt'altro che scontate. Il panel dei tecnici del Servizio di Azione Esterna europeo ha raccomandato, per iscritto, all'Alto Rappresentante Josep Borrell che il profilo dell'ex titolare della Farnesina è il più adatto per ricoprire la carica di emissario dell'Ue in una regione cruciale sul fronte energetico. A decidere, tuttavia, sono in ultima istanza gli Stati membri. E su Di Maio pesa un'ombra: quello che a non sostenerlo sia proprio l'esecutivo del suo Paese di origine. In Italia e in Europa infatti, parte della maggioranza è sulle barricate. L'europarlamentare della Lega Paolo Borchia ha presentato un'interrogazione indirizzata a Borrell. Mentre a Roma il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri ha sottolineato con nettezza come la premier Giorgia Meloni non possa sostenere la candidatura. A difendere Di Maio, almeno per ora, ci ha pensato Pierferdinando Casini: «Sarò un po' all'antica, ma tifo sempre per l'Italia», ha commentato.
Caso Di Maio, Tajani: è la proposta del governo precedente
Ma il governo italiano, ovvero la premier, sarà d'accordo? A Bruxelles se lo chiedono. Anche perché, con la nomina in dirittura d'arrivo, sono in attesa di un input dell'esecutivo. «Non è la proposta di questo governo, ma di quello precedente», ha spiegato il ministro degli Esteri Antonio Tajani.
Di certo l'Ue, come ha confermato Ursula von der Leyen nella sua visita in Bahrein per i Manama Dialogue, vuole un suo uomo nel Golfo. Borrell, ha spiegato la portavoce Nabila Massrali, ha presentato la sua proposta il 18 maggio scorso in una comunicazione. Il Consiglio europeo del 20 giugno l'ha approvata. A quel punto il capo della diplomazia Ue, come prassi vuole, ha chiesto ai Paesi membri per chiedere se volessero indicare dei candidati, che possono essere anche più di uno. Il governo Draghi, che in estate viveva la sua crisi, presumibilmente ha suggerito il nome di Di Maio. La nomina del Rappresentante Speciale è disciplinata dagli articoli 31 e 33 del Trattato di Lisbona. Dopo l'organizzazione della selezione, «l'Alto rappresentante ha il diritto esclusivo di proporre un rappresentante speciale. La sua proposta deve essere formalmente adottata dal Consiglio, che lo fa a maggioranza qualificata», ha spiegato Massrali, precisando che la procedura «non è stata ancora conclusa» e solo dopo, attraverso un contratto stipulato con la Commissione, verrà stabilita la retribuzione dell'inviato Ue.