Nel frattempo stamattina è stato depositato il ricorso contro le primarie vinte da Di Maio, quelle che lo hanno incoronato sul palco di Rimini contro sette sconosciuti, eccetto la collega senatrice Elena Fattori. L'avvocato Lorenzo Borrè ha individuato infatti diversi punti deboli nella procedura di selezione andata in scena su Rousseau.
Il ricorso è stato presentato al Tribunale di Roma su mandato dell'iscritto Riccardo Di Martiis.
Oggetto dell'impugnazione, spiega Borrè, la presunta «violazione dell'articolo 7 del Non Statuto che attualmente dispone l'incandidabilita di quanti siano sottoposti a procedimento penale 'qualunque sia la natura del reato ad essi contestatò». «Altri motivi - prosegue l'avvocato - riguardano l'illegittimità delle regole che hanno limitato la candidabilita ai soli portavoce, in violazione del principio di uguaglianza degli associati; l'esclusione della candidabilita degli espulsi reintegrati dal Tribunale per i quali pende attualmente il giudizio di merito; vizi di omessa comunicazione a diversi associati dell'indizione delle votazioni; conseguente impossibilità di esercizio del voto per mancanza di informazione; disfunzioni del sistema operativo che non hanno consentito il voto ad altri iscritti».