Nessuna limitazione al diritto di manifestare, saranno ammessi sit-in e cortei, ma prefetti e questori avranno il compito di valutare caso per caso, e di evitare tutti quei luoghi, come il centro storico e le vie dello shopping, che possano creare disagi e impedimenti evidenti ai commercianti e ai cittadini in generale. Il Viminale detta le regole al popolo dei no Green pass e si prepara all’ennesimo sabato di agitazione sapendo già che «sarà un po’ come giocare al gatto con il topo».
E così la circolare in vigore già da oggi, ha dato un colpo al cerchio e uno alla botte, cercando di contemperare tutte le esigenze.
L’obiettivo è quello di garantire il diritto a manifestare ma anche di evitare tensioni e problemi soprattutto in vista del periodo natalizio. A Roma, dove si tengono molte manifestazioni rispetto al resto d’Italia, con molta probabilità saranno concesse piazze a ridosso del centro ma lontane dalle sedi istituzionali o dalle vie dello shopping come Circo Massimo, piazza Barberini o piazza Farnese. Mentre dovrebbe essere off limits piazza del Popolo, luogo della manifestazione no vax da dove esponenti di Forza Nuova partirono per l’assalto alla Cgil.
Il primo vero test si avrà sabato prossimo, quando il popolo no Pass tornerà in piazza. E non è escluso che qualcuno dei “negazionisti” sceglierà di cominciare a protestare da domani. Intanto, gli irriducibili anti-certificato verde confermano la manifestazione in pieno centro a Torino: «In piazza Castello come sempre», annunciano. Anche se il prefetto ha già vietato quella piazza con una ordinanza preventiva. Da Firenze, invece, IoApro ha lanciato il suo primo congresso e ha annunciato la trasformazione in movimento politico.
Ma se le nuove regole non trovano d’accordo i sindacati di base e la frangia più calda dei manifestanti, chi si dice in linea con le decisioni del ministero dell’Interno è la gran parte dei sindaci d’Italia. A differenza di alcuni governatori, come quelli del Friuli e delle Marche, che ribadiscono la necessità di garantire il diritto alla protesta, in linea con il leader della Lega, Matteo Salvini che ancora ieri insisteva: «Se vietiamo le manifestazioni perché non siamo in grado di far rispettare le regole, allora il ministro dell’Interno non sa fare il suo lavoro».