Michelle Baldassarre, la 55enne trovata carbonizzata nelle campagne di Santeramo in Colle, in provincia di Bari si sarebbe tolta la vita prima ferendosi al torace con un coltello, e poi dandosi fuoco con un accendino dopo essersi cosparsa di benzina. È quanto emerge dall'autopsia effettuata dal professor Francesco Vinci e parzialmente contenuta nella richiesta di archiviazione dell'indagine per istigazione al suicidio coordinata dalla procura di Bari. La donna è morta lo scorso 9 febbraio.
Michelle Baldassarre morta, la vicenda
«È opinione della medicina legale - si legge nel rapporto - che la lesività da punta e taglio a livello toracico fu antecedente a quella indotta poi dal calore».
L'ACCUSA DELLA FAMIGLIA
La donna si sarebbe suicidata a causa dei maltrattamenti subiti da parte del marito Vito Passalacqua: ne sono convinte le figlie, il fratello e le 3 sorelle della 55enne. La famiglia si è costituita parte civile nel processo a carico di Passalacqua, chiedendo che l'imputazione per maltrattamenti sia trasformata in maltrattamenti seguiti da morte. L'uomo, padre delle due giovani che lo ritengono responsabile della morte di Michelle, è agli arresti domiciliari da dicembre. L'istanza dei familiari della vittima, formulata dagli avvocati Michele Laforgia e Maria Pia Vigilante, sarà valutata dal giudice entro il 19 aprile insieme alla richiesta di patteggiamento di 3 anni e mezzo avanzata dall'avvocato Maurizio Tolentino per conto dell'imputato. A quest'ultima, la Procura avrebbe già dato il proprio assenso. La vicenda intreccia due provvedimenti: quello sui maltrattamenti per il quale Passalacqua è a giudizio e quello sulla morte della 55enne, per la quale è stata aperta un'inchiesta separata con l'ipotesi di istigazione al suicidio. Per il momento, la Procura non avrebbe trovato elementi a supporto della tesi del suicidio indotto, mentre la famiglia è convinta che alla base del gesto vi siano stati i maltrattamenti del marito. Secondo l'avvocato Laforgia che segue la famiglia della vittima, la qualificazione giuridica del reato di maltrattamenti "non è corretta" e pertanto non è giusto svolgere "processi separati".
La famiglia, che per dimostrare la tesi ha fatto svolgere delle indagini difensive, ha sottolineato che Michelle era "ossessionata dal coniuge" e dal fatto che "l'avrebbe distrutta". La paura della 55enne è stata testimoniata anche da parenti e amici, molti dei quali ascoltati anche dai carabinieri. Fondamentale nella ricostruzione dei fatti anche la versione delle figlie, che già prima dell'arresto del padre avevano confermato le violenze domestiche.