Positivi al Covid-19, sono ricoverati in una struttura sanitaria in isolamento. E fin qui niente di straordinario: peccato poi che arrivi la comunicazione che pur in precarie condizioni di salute saranno dimessi: dovranno trovarsi loro una sistemazione per trascorrere la quarantena. E' quanto sta accadendo a due professori della Sapienza di Roma, il professor Roberto Caminiti e la professoressa Alexandra Battaglia-Mayer, docenti di Neuroscienze e di Fisiologia, che si trovano in Svizzera con il loro figlio e un suo amico minorenne anche lui.
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Per loro, come ha denunciato da Patto trasversale per la scienza e Istituto Luca Coscioni, nessun hotel dove fare l'isolamento. I due docenti si trovano dal 7 marzo in Svizzera, per partecipare a un Congresso medico-scientifico internazionale.Improvvisamente Caminiti e Battaglia-Mayer accusano seri malori, viene diagnosticato per entrambi contagio da Covid-19. «Comincia così una vera e propria odissea - è il racconto - I due professori sono trasferiti in un Residence a Villar sur Ollon, nel Cantone di Vaud; trascorrono i primi due giorni senza ricevere cure e adeguata alimentazione. Sono sistemati in due diverse stanze, in isolamento. Anche i due ragazzi sono isolati, in quarantena. Finalmente, ricoverati in ospedale a Rennaz, si conferma sia per Caminiti che per Battaglia-Mayer la diagnosi iniziale; al tempo stesso i medici della struttura sanitaria comunicano che saranno dimessi, con obbligo, per i due adulti, di restare in isolamento. I minorenni sono al momento sottoposti a test per capire se possono essere fatti rimpatriare».
«L'assurdo - si osserva - è costituito dal fatto che i quattro italiani non hanno abitazione in Svizzera; neppure possono alloggiare in albergo o residence, perché nel frattempo - data l'emergenza in vigore anche in Svizzera - queste strutture hanno chiuso. Peraltro, è estremamente complesso e difficoltoso trovare una struttura in grado di accogliere malati da Covid-19 stranieri». L'associazione "'Il Patto traversale per la scienza" e l'Istituto Luca Coscioni, attraverso Radio Radicale lanciano un pressante, accorato appello perché il ministero degli Esteri intervenga. Patto trasversale per la scienza e Istituto Luca Coscioni fanno inoltre presente che, «pur nella remota ipotesi in cui i nostri connazionali riescano a raggiungere con mezzi propri il confine, una volta entrati in territorio italiano, in base alle normative in vigore, sarebbero passibili di denuncia penale».
Coronavirus, due prof della Sapienza positivi in Svizzera: «Ma non ci sono hotel per la quarantena»
Giovedì 19 Marzo 2020, 15:52
- Ultimo agg. 17:47
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