Alla fine un’intesa è stata trovata, anche se l’accordo sul grano, al quale si è arrivati faticosamente e con un grande impegno diplomatico del presidente turco Erdogan e del segretario general, è stato firmato in maniera disgiunta tra Kiev e Mosca. Ognuno per proprio conto ha siglato l’intesa direttamente con la Turchia. Ha prevalso il buonsenso per scongiurare una carestia che potrebbe coinvolgere oltre 53 paesi. «Con il traffico di navi che inizierà nei prossimi giorni inaugureremo un nuovo corridoio dal Mar Nero a molti Paesi nel mondo - ha dichiarato il leader turco -. Abbiamo evitato l’incubo della fame».
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GLI AUSPICI
Da Kiev hanno fatto inoltre sapere che l’Ucraina promette una «risposta militare immediata» in caso di «provocazioni» russe dopo la firma. Questo nonostante gli auspici di Erdogan che, invece, dice di sperare che l’intesa di ieri possa spingere verso una tregua: «Ho già detto che questa guerra non avrà né vincitori né vinti, l’unico sconfitto sarà il mondo - ha sottolineato -, speriamo che si riapra uno spiraglio per la pace con questo accordo». Sono Odessa, Chernomorsk e Yuzhny i porti sotto il controllo di Kiev da cui partiranno le navi che si muoveranno in corridoi sicuri. Erdogan, che ha parlato di «una giornata storica», ha chiarito che il traffico di navi nel Mar Nero «inizierà nei prossimi giorni», ma secondo indiscrezioni si dovranno attendere ancora 10 giorni o due settimane affinché il livello del traffico commerciale possa tornare ai livelli precedenti all’invasione russa in Ucraina. «La messa in pratica e la supervisione di questo piano dall’altissima importanza - ha chiarito ancora il leader turco - sarà portato avanti da un centro di coordinamento congiunto da istituire a Istanbul». Secondo la versione dell’accordo firmata dall’Ucraina, e diffusa dal vice capo dell’ufficio presidenziale di Kiev Andrii Sybiha, il piano resterà valido 120 giorni e potrà essere rinnovato se necessario, mentre il centro di coordinamento da istituire a Istanbul sarà composto da rappresentanti di Russia, Ucraina, Turchia e Onu che formeranno anche squadre per ispezionare le navi - in aree designate da Ankara - assicurandosi che non trasportino carichi non autorizzati, punto su cui Mosca aveva fatto pressioni nei giorni scorsi chiedendo che le imbarcazioni non spostassero armi.
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I CORRIDOI
«Le parti non condurranno attacchi contro navi mercantili, navi civili e i porti coinvolti da questa iniziativa», si legge nel testo, secondo cui mezzi militari non potranno neanche avvicinarsi alle navi commerciali in transito nei corridoi. Se sarà necessario uno sminamento di zone marittime interessate dal passaggio, le parti si accorderanno per l’utilizzo di navi dragamine di altri Paesi. «Auspichiamo che questi accordi rappresentino un primo passo verso concrete prospettive di pace, in termini che siano accettabili per l’Ucraina», ha commentato il premier Mario Draghi, lodando «l’iniziativa di mediazione della Turchia con il ruolo centrale delle Nazioni Unite». Un plauso è arrivato anche dal portavoce della Casa Bianca, John Kirby.