Russiagate, Comey: «Mosca ha interferito sul voto»

Russiagate, Comey: «Mosca ha interferito sul voto»
di Luca Marfé
Giovedì 8 Giugno 2017, 16:37 - Ultimo agg. 9 Giugno, 08:36
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È la resa dei conti tra intelligence e politica.

Alla domanda «lei ha avuto la percezione che Trump volesse ostruire in qualche modo la giustizia?», l'ex capo dell'Fbi, James Comey, non risponde e cede la parola a chi dovrà esprimersi al riguardo.

La dice lunga, invece, sul fronte Russiagate: «Non c’è alcun dubbio che la Russia abbia interferito nelle elezioni americane». E lascia intendere che il presidente Donald Trump lo abbia velatamente minacciato sulla base del concetto di lealtà, stritolandolo nella morsa della possibilità di mantenere oppure no il suo incarico di direttore dell'Fbi.

Comey che di fatto, poi, è stato licenziato soltanto pochi giorni dopo.

A tratti, però, è costretto sulla difensiva dalle domande dei senatori: «In effetti, Trump non mi ha ordinato di lasciar andare il caso Flynn».

E ancora, le voci del Senato: con «I hope» (“io spero”) ha espresso una speranza. «Nessuno nella storia di questo Paese è mai stato incriminato per una speranza».

Ma Comey prova ad insistere: «Da solo, in una stanza con il presidente degli Stati Uniti, ho inteso quella
speranza come una vera e propria direttiva. Ma si tratta soltanto di una mia sensazione personale».

L’ex numero 1 dell’Fbi, infine, conferma a più riprese che Trump non sia mai stato oggetto di indagini da parte del Bureau. 
E incappa in quella che per il momento si configura come una sbavatura o poco più, ma che nelle prossime ore potrebbe montare fino a trasformarsi in una sorta di boomerang mediatico, ma anche giudiziario. Dichiara, infatti, di aver rivelato ad un amico, che a sua volta avrebbe spifferato tutto al New York Times, dei contenuti di una sua conversazione con il presidente che lui stesso pochi minuti prima aveva definito “classificati”. E i legali di Trump già suonano la carica: «Potrebbe essere indagato».

Certo è che, a prescindere dalle eventuali conseguenze legali, penali e dall’ipotetico avvio del processo di impeachment, questa testimonianza è destinata a produrre degli strascichi politici potenzialmente devastanti. Ed evidenzia i tratti di un vero e proprio scontro in atto tra la nuova Casa Bianca e quell’Fbi che Trump pensava più o meno velatamente di poter influenzare se non addirittura assoggettare ai suoi propositi.

 

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