Ma per gli Stati Uniti si tratta di una cattiva figura. E difatti il collega iraniano, Mohammad Javad Zarif, non ha rinunciato a farsi una risatina e a scherzare: «Beh, allora non sono solo gli aerei iraniani ad avere problemi». Zarif con il suo entourage ha superato tutti i controlli all’aeroporto di Vienna, si è diretto verso il suo gate, addobbato con grandi bandiere iraniane e austriache, ed è salito sul jet di Teheran, il tutto in meno di mezz’ora.
L’aereo di Kerry ha avuto guasti sempre in situazioni delicate.
E’ successo lo scorso gennaio in Svizzera, alla fine dei negoziati internazionali sulla Siria. Di nuovo in marzo, dopo che Kerry aveva avuto un incontro con il collega russo Sergey Lavrov sulla situazione in Ucraina. In agosto l’aereo ha avuto problemi al ritorno di un lunghissimo viaggio nel Pacifico: il segretario di Stato tornava dall’Australia, quando un guasto elettrico lo ha costretto a fermarsi alle Hawaii e a tornare a casa con un volo di linea.
Gli assistenti di Kerry hanno discretamente fatto capire che forse è arrivato il momento di stanziare una cifra per l’acquisto di un nuovo aereo per il Dipartimento di Stato. La portavoce, Jen Psaki ha spiegato che a bordo del jet federale Kerry continua il suo lavoro, sapendo che le sue comunicazioni sono protette: «Non c’è mai un volo durante il quale il Segretario non sia impegnato in collegamenti e meeting con membri del governo, o non stia ricevendo informazioni confidenziali, o non sia in contatto con altri leader di altri Paesi. Di recente ad esempio ha tenuto lunghe comunicazioni sia sulla questione dell’ebola che della lotta a Isis». Su un volo di linea – aggiunge Psakis - tutto ciò non può succedere, perché le comunicazioni “non sono protette allo stesso modo”.