Il Capo di Stato maggiore della difesa: «Gli italiani tornano in Iraq dopo 8 anni, missione al via a novembre»

Il Capo di Stato maggiore della difesa: «Gli italiani tornano in Iraq dopo 8 anni, missione al via a novembre»
di Ebe Pierini
Venerdì 17 Ottobre 2014, 20:08 - Ultimo agg. 18 Ottobre, 10:29
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Era il 1° dicembre del 2006 e l’Italia si ritirava dall’Iraq. Si chiudeva Antica Babilonia. Tre anni di missione costati all’Italia 35 caduti. Ora, a distanza di quasi 8 anni, gli italiani torneranno in quel Paese.



Lo ha confermato oggi il capo di Stato Maggiore della Difesa, l’ammiraglio Luigi Binelli Mantelli al margine della giornata conclusiva dell’esercitazione internazionale Joint Eagle 14 organizzata dal Comando Operativo di Vertice Interforze presso l’area addestrativa di Torre Veneri e Brindisi. D’altronde lo stesso Ministro della Difesa, Roberta Pinotti, ieri aveva annunciato, davanti alle commissioni riunite Difesa ed Esteri di Camera e Senato, l’invio di 280 militari, di un aereo da trasporto KC 767, di due Predator.



L’Italia offrirà il proprio contributo nella lotta che, a livello internazionale, è stata ingaggiata contro l’Isis. Se ne era discusso lo scorso 14 ottobre a Washington nel corso di un incontro al quale hanno preso parte 22 Paesi occidentali ed arabi e al quale ha partecipato lo stesso capo di Stato Maggiore della Difesa Binelli Mantelli il quale ha confermato che il nostro Paese ha “condiviso il piano generale di interventi anti Isis”.



“Più che di numeri parlerei di capacità – spiega - Noi forniamo le capacità di sorveglianza aerea e di rifornimento in volo. I nostri militari si dislocheranno in una base area in Kuwait. Invieremo un aereo rifornitore e due Predator. Al loro seguito ci sarà un numero adeguato di personale per consentire che possano operare al meglio”. I militari che dovranno essere dislocati in Kuwait sono già partiti nella giornata di oggi.



“Un contributo concreto alle operazioni – sottolinea Binelli Mantelli - Non dimentichiamo che l’Italia è stata la prima ad inviare armi ai peshmerga per far in modo che potessero arrestare l’arrestata dell’Isis. Inoltre abbiamo già inviato personale e ufficiali negli staff deputati a dirigere le operazioni. Quello che andremo a fornire è capacità addestrative per le forze armate curde ed irachene. Tutto questo è in fase di definizione. L’attivazione di una base addestrativa in Iraq è presumibile che avverrà tra novembre e dicembre.



Il campo di addestramento potrà essere gestito con un paio di centinaia di persone. Saranno impegnati uomini di tutte le Forze Armate con prevalenza di personale dell’Esercito ma non è esclusa la presenza di Marina Militare e Carabinieri. Tutto verrà poi deciso in base alle esigenze specifiche. Ora ci troviamo in una fase di valutazione”. Ma dove si dislocheranno gli italiani? Il ricordo di quel tragico 12 novembre del 2003 in cui persero la vita 19 italiani nell’attentato di Nassiriya è ancora vivo nella memoria di tutti.



Binelli Mantelli ha chiarito che non è detto che si torni a Nassiriya. Probabilmente i nostri soldati saranno rischierati ad Erbil. Ma niente “boots on the ground”. “Non parteciperemo ai combattimenti ma ci occuperemo solo dell’attività addestrativa – assicura il capo di Stato Maggiore della Difesa - Spetterà alle Forze Armate irachene ristabilire la sicurezza dell’area”.
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