La nave Usa colpita da un missile degli Houthi e il giallo dei due Navy Seals scomparsi: l'escalation nel Mar Rosso (e il ruolo dell'Italia)

Il gruppo yemenita filo-iraniano ha anche tentato di rispondere ai pesanti bombardamenti anglo-americani dei giorni scorsi, prendendo di mira (senza successo) una nave da guerra Usa

La nave Usa colpita da un missile degli Houthi e il giallo dei due Navy Seals scomparsi: l'escalation nel Mar Rosso
La nave Usa colpita da un missile degli Houthi e il giallo dei due Navy Seals scomparsi: l'escalation nel Mar Rosso
di Mario Landi
Lunedì 15 Gennaio 2024, 19:43 - Ultimo agg. 16 Gennaio, 19:13
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Non è ancora un teatro di guerra, ma il Mar Rosso ne assume sempre di più le sembianze. Gli Houthi, in nome della loro crociata per i palestinesi di Gaza, hanno colpito con un missile balistico l'ennesimo mercantile occidentale, stavolta di una compagnia americana quotata in borsa. Il gruppo yemenita filo-iraniano ha anche tentato di rispondere ai pesanti bombardamenti anglo-americani dei giorni scorsi, prendendo di mira (senza successo) una nave da guerra Usa.

@ilmessaggero.it Gli Usa e la Gran Bretagna hanno lanciato attacchi contro postazioni Houthi in Yemen dopo che i miliziani hanno sfidato il monito a non proseguire i loro raid nel Mar Rosso. Ma cosa sta succedendo? Chi sono gli Houthi e perché rischiano di paralizzare il commercio mondiale? #ilmessaggero #houthi #yemen #marrosso #israele #gaza #palestina #guerra #perte ♬ Powerful songs like action movie music - Tansa

L'escalation e il ruolo dell'Italia

L'escalation è ormai in cima alle preoccupazioni dei governi alleati di Israele, inclusa l'Italia: la situazione della sicurezza nella quarta via marittima più trafficata al mondo è stata al centro di una riunione a Palazzo Chigi tra i ministri Antonio Tajani e Guido Crosetto e il sottosegretario Alfredo Mantovano.

I raid di Stati Uniti e Gran Bretagna che tra giovedì e venerdì hanno centrato decine di postazioni degli Houthi in Yemen hanno ridotto di un quarto l'arsenale utilizzato per attaccare i mercantili, secondo l'intelligence americana. Messaggio non recepito, perché i miliziani come rappresaglia hanno sparato un missile da crociera verso il cacciatorpediniere Uss Laboon nel Mar Rosso meridionale, che è stato abbattuto dai caccia. È stato almeno il secondo tentativo di affondare una nave da guerra Usa dall'inizio del conflitto a Gaza.

La minaccia degli Houthi

«Lo Yemen si trasformerà in un cimitero delle forze statunitensi», ha assicurato uno dei leader degli Houthi, e nel frattempo il bersaglio successivo è stato centrato: un missile balistico lanciato nel Golfo di Aden si è schiantato contro la Eagle Gibraltar, una portarinfuse battente bandiera delle Isole Marshall e gestita da una società del Connecticut. C'è stato un incendio nella stiva, ma non ci sono stati feriti e l'imbarcazione ha potuto proseguire. È comunque allarmante che da novembre siano stati quasi una trentina gli attacchi (con razzi, droni, barchini ed elicotteri) ai mercantili di Paesi considerati «collegati a Israele» dagli Houthi.

Il giallo dei due Navy Seals scomparsi

Nel Golfo di Aden, tra l'altro, si sono perse le tracce di due Navy Seals americani, caduti in mare durante un'operazione di ricerca di armi destinate proprio allo Yemen. Ad alimentare la tensione anche una notizia di al Arabiya su esplosioni avvertite vicino all'aeroporto di Hodeida, nella zona controllata dalle milizie sciite. Come si fosse trattato di nuovi raid degli occidentali. Gli Stati Uniti e la Gran Bretagna, per evitare un allargamento del conflitto su scala regionale, hanno fin qui parlato di operazioni «difensive» per scoraggiare gli Houthi dai loro blitz sulle navi civili. Ed hanno puntualizzato di non volere entrare in guerra né con loro né con l'Iran.

L'Iran

La risposta di Teheran è stata un appello a Londra e Washington a fermarsi «immediatamente», ma ancora una volta senza mostrare segnali di voler intervenire militarmente al fianco dell'alleato yemenita (stessa linea prudente adottata con Hezbollah). In ogni caso, anche se non scoppiasse una guerra i riflessi delle turbolenze nel Mar Rosso sono già pesanti, soprattutto per il commercio mondiale, con il crollo del traffico via Suez che ha allungato i tempi di percorrenza fino a tre settimane. Adesso il Qatar ha sospeso l'invio di petroliere che trasportano gas naturale liquefatto attraverso lo stretto di Bab el-Mandeb. L'emirato è il secondo fornitore in Europa.

La mediazione italiana

L'Italia, che allo stesso modo sta subendo un danno all'attività dei suoi porti, è impegnata con i partner europei per fornire un contributo aggiuntivo alla sicurezza marittima nell'area rispetto a quello della coalizione Prosperity Guardian a guida Usa. In una riunione di coordinamento del governo - ha reso noto la Farnesina - Tajani, Crosetto e Mantovano hanno confrontato le analisi delle rispettive amministrazioni sul dossier e hanno concordato le linee guida da proporre nelle prossime riunioni internazionali. Il primo appuntamento è il Consiglio Esteri Ue del 22 gennaio, in cui verrà discussa la creazione di una forza navale europea con un mandato più ampio rispetto alla missione Atalanta, che ha soprattutto compiti anti-pirateria. Roma, insieme con Parigi, lavora proprio per questa soluzione, piuttosto che per una modifica di Atalanta.

Crosetto: «L'Italia non può fare attacchi preventivi»

Riguardo al mar Rosso «decideremo lunedì con l'Europa cosa fare. Oggi a Palazzo Chigi ho fatto una riunione con il ministro Tajani ed il sottosegretario Mantovano per definire quale sarà la posizione dell'Italia. Vedremo se l'Europa riuscirà a costruire un'operazione a tutela di se stessa e dei propri commerci: potrà mandare navi che possono difendere se stesse e le navi che scorteranno e respingere gli attacchi degli Houthi. La differenza con Usa e Uk è che noi non possiamo fare l'attacco preventivo, per la Costituzione e per legge». Lo ha detto il ministro della Difesa, Guido Crosetto, al programma 'Cinque minutì, in onda su Rai 1. Per arrivare in Italia senz passare da Suez le navi devono fare ha ssottolineato Crosetto, «5.920 km in più e sono avvantaggiate ad andare in altri porti, non in quelli italiani. Il 40% del nostro commercio marittimo passa attraverso Suez, è una parte fondamentale della nostra ricchezza, oltre140 miliardi di euro. L'Italia ha distaccato una delle fregate che era all'interno della missione europea Atalanta a protezione dei nostri mercantili. Ma non basta, gli attacchi sono sempre più frequenti».

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