Ancora tensioni a Ventimiglia, sei arresti al confine

Ancora tensioni a Ventimiglia, sei arresti al confine
Domenica 7 Agosto 2016, 16:38 - Ultimo agg. 8 Agosto, 08:32
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Sei arresti, 60 fogli di via, mazze e coltelli sequestrati, no borders che bloccano la città, la polizia e i carabinieri in assetto antisommossa, città bloccata e nervi scoperti. Nel centro di temporanea assistenza di Parco Roja quasi 600 migranti aspettano. Ventimiglia, la frontiera con la Francia di Ponte san Ludovico, violata da una corsa disperata di 140 persone una manciata di ore fa sembra essere impenetrabile come le facce dei policiers e dei gendarmi che presidiano i cancelli frontalieri.

La 'bolla' dei Balzi Rossi, la pinetina che è stata la base di partenza per il tentativo disperato di 140 migranti di arrivare in Francia è vuota, pulita. C'è polizia, qualche curioso, un fotografo e la fly di una tv francese. Ma è a Ventimiglia che il clima s'arroventa: perché sulla annunciata protesta dei no border c'è non solo una cappa di violenza annunciata ma c'è anche il fantasma del sovrintendente Diego Turra, morto d'infarto mentre i suoi colleghi caricavano i manifestanti.

Per questo, o forse davvero solo «per evitare la trappola della polizia» come dicono gli antagonisti, i no border cancellano la manifestazione, decidendo per un presidio in piazza, sorvegliati a vista dai carabinieri. Presidio e conferenza stampa, metodo assai strano per quell'area che sta a metà tra il protoanarchismo e il guerrillero de rua. È proprio durante la conferenza stampa che arriva la notizia di sei persone arrestate: cinque francesi e una ragazza toscana che vive a Parigi sorpresi, tre a Ponte San Ludovico, in entrata dalla Francia, e tre alla Fanghina, altro varco frontaliero.

La polizia ha sequestrato mazze, bastoni, coltelli, catene e cappucci neri. I no border non ci stanno e accennano a un corteo ma la strada viene subito chiusa dai carabinieri e il corteo rincula. Si scioglierà alla foce del Roja, con un bagno collettivo. E mentre i no border parlano di «persone sequestrate», costrette «a stare nel chiuso del centro», «malnutrite», «insultate», anche la politica parla del 'caso Ventimiglià che significa immigrazione, Schengen, frontiere ma anche i rapporti con la Francia. Per il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, «la situazione è molto difficile e occorre trovare rapide soluzioni. Bisogna istituire un centro di identificazione e espulsione nella zona ligure.

La situazione della sicurezza nella città di confine - aggiunge il governatore - sta diventando intollerabile. Chiediamo al più presto un intervento deciso e fermo del governo per ristabilire ordine al confine e garantire l'incolumità dei cittadini di Ventimiglia». Per quanto riguarda la Liguria, era stata la vicepresidente Viale a dire «basta» all'immigrazione. Concetto che esprimerà anche domani al tavolo sull'immigrazione che si riunisce in prefettura proprio mentre il capo della Polizia Franco Gabrielli, dopo una visita privata alla vedova dell'assistente capo morto, si recherà in visita alla caserma di Bolzaneto, sede del Reparto Mobile.

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