Zelensky ai leader europei: «Ai cieli ucraini servono le stesse armi di Tel Aviv»

L'appello in videocollegamento da Kiev: «Dateci patriot e samp-t per proteggere le centrali nucleari»

Zelensky
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di Gabriele Rosana
Mercoledì 17 Aprile 2024, 23:16 - Ultimo agg. 20 Aprile, 08:03
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I cieli dell’Ucraina «meritano le stesse difese anti-aeree di Israele. Le nostre vite valgono allo stesso modo». A sera, il consueto intervento in videocollegamento del presidente ucraino Volodymyr Zelensky con Bruxelles, in apertura del summit dei leader Ue, arriva poco dopo il raid russo su Chernihiv e mentre continua l’offensiva su Kharkiv, la seconda città del Paese.

Il leader di Kiev torna a snocciolare un bollettino dal campo come nei primi mesi di guerra, ed è anche una strigliata per i capi di Stato e di governo: «Missili contro edifici residenziali, un ospedale danneggiato, un hotel completamente distrutto, 17 morti e più di 60 feriti, tra cui bambini. E questo è ciò che succede ogni giorno e che riflette la nostra principale necessità».

Le difese anti-aeree, per l’appunto.

Ma stavolta c’è anche un elemento in più. Perché, viste da Kiev, le immagini dal Medio Oriente della notte tra sabato e domenica, con lo scudo israeliana in grado di neutralizzare la rappresaglia dell’Iran, bruciano: «Qui in Ucraina, purtroppo non abbiamo lo stesso livello» di protezione, che «grazie all’apporto degli alleati (europei ed occidentali, ndr) ha consentito a Israele di abbattere quasi tutti i missili e i droni che lo hanno attaccato». Eppure, ha ammonito Zelensky, «la nostra capacità di difenderci dal terrore russo è nell’interesse di tutti voi, non solo dell’Ucraina».

Sullo sfondo c’è la minaccia nucleare: «I sistemi che voi avete già - Patriot, Iris-T, Samp-T, Nasams - ci servono per fermare i metodi terroristici di Vladimir Putin» e per garantire la sicurezza delle centrali nucleari finite nel mirino di Mosca, a cominciare da Zaporizhzhia.

Gli aiuti europei

Insomma, le due guerre, e il doppio standard dimostrato dall’Occidente che si mobilita sul Medio Oriente ma temporeggia sull’Ucraina, hanno animato il primo giorno di confronto tra i leader dei 27 riuniti a Bruxelles per un summit straordinario che doveva concentrarsi sull’economia ma che è stato, ancora una volta, monopolizzato dall’agenda diplomatico.

Gli attacchi russi all’Ucraina «sottolineano l'urgenza di intensificare la nostra assistenza militare, in particolare le capacità di difesa aerea», ha messo nero su bianco il presidente del Consiglio europeo Charles Michel nella lettera d’invito ai leader.

«È sotto gli occhi di tutti che se l’Ucraina avesse avuto difese anti-aeree di questo tipo avrebbe potuto evitare molte morti», ragionava un alto diplomatico Ue alla vigilia del vertice, mentre il ministro degli Esteri della Lituania Gabrielius Landsbergis ricordava come quella ripetuta ieri sera da Zelensky è una richiesta «che Kiev continua a fare con insistenza da più di due anni», ma che ha trovato nel tempo vari governi sordi. Solo sabato la Germania, ad esempio, ha deciso di inviare nuovi sistemi di difesa Patriot.

Ma servono pure altri armi «per i nostri soldati: munizioni, veicoli, droni. Purtroppo, non abbiamo ancora visto i milioni di proiettili di artiglieria» promessi dall’Ue, ha ricordato il leader di Kiev. E a proposito di aiuti militari promessi, domani tornerà a riunirsi il Consiglio Ucraina-Nato, sul cui tavolo ci sarà proprio la questione delle nuove forniture militari per Kiev. In giornata, a incrinare, come di consueto, il fronte dei 27 è stato il premier ungherese Viktor Orbán.

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Lo ha fatto intervenendo, al mattino, alla seconda giornata della kermesse dell’internazionale sovranista organizzata a Bruxelles, dopo che la giustizia belga ha revocato l’ordine esecutivo di chiusura della sala conferenze che era stato emesso dal sindaco della locale municipalità. «L’Ucraina non è più uno Stato sovrano, ma un protettorato dell’Occidente», ha detto senza troppe cerimonie il filo-Cremlino Orbán, convinto com’è che Kiev «non potrà vincere questa guerra sul campo di battaglia».

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