Tempi stretti per il governo:
pressing del Colle su Renzi

Tempi stretti per il governo: pressing del Colle su Renzi
di ​Marco Conti
Venerdì 9 Dicembre 2016, 08:08 - Ultimo agg. 09:29
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Nuovo governo, si stringono i tempi. Ieri il presidente della Repubblica ha avviato le consultazioni: Mattarella vuole chiudere entro lunedì con il reincarico al premier uscente Renzi. Al capo dello Stato sta a cuore un patto sulla legge elettorale, ma sarà difficile ottenere il via libera da M5s, Lega e Fratelli d'Italia. Forza Italia, invece, potrebbe essere disponibile alla trattativa. A Silvio Berlusconi sarebbe quindi disposto a comporre l'altra maggioranza, quella che dovrà decidere sulla legge elettorale - la più proporzionale possibile per il Cavaliere - che renda complicata la vittoria del Movimento 5 stelle.

Il «governo di tutti» si consumerà tra oggi e domani perché nessun partito d'opposizione aderirà alla proposta fatta da Renzi, durante la direzione del Pd, di sostenere insieme un esecutivo istituzionale che porti la legislatura a conclusione. Negli appunti del Quirinale resterà invece annotata, e sottolineata, la disponibilità dei vari partiti a sedersi ad un tavolo che metta mano ad una legge elettorale organica tra Camera e Senato. L'argomento sta particolarmente a cuore a Sergio Mattarella che ieri ricevuto i presidenti delle Camere, Boldrini e Grasso, il presidente emerito, Giorgio Napolitano. La legge elettorale, rispetto al capo dello Stato, sta però meno a cuore alle forze politiche che invocano solo le elezioni. Stante le dichiarazioni, è però molto probabile che i ragionamenti del capo dello Stato faranno breccia in alcune forze politiche e un primo riscontro si avrà nelle dichiarazioni che i capi-delegazione rilasceranno dopo il colloquio con il presidente della Repubblica.

È probabile che a Mattarella sarà molto difficile portare a quel tavolo il M5S (malgrado le aperture di Di Maio), come la Lega o FdI. Più facile che sia Forza Italia il partito più importante a darsi disponibile alla trattativa. A Silvio Berlusconi, che ha attestato il suo partito sul «no» al governo col Pd, non dispiacerebbe affatto che la legislatura possa andare avanti e magari concludersi, come previsto, nel 2018. Sarebbe quindi disposto a comporre l'altra maggioranza, quella che dovrà decidere sulla legge elettorale. In questo modo le urne potrebbero arrivare dopo la sentenza di riabilitazione, ma soprattutto dopo una legge elettorale - la più proporzionale possibile per il Cavaliere - che renda complicata la vittoria del M5s. Per Berlusconi il governo «deve andare avanti». Come e con chi non interessa al leader azzurro e Paolo Romani, capogruppo azzurro al Senato, lo dice chiaramente, smentendo anche che ci sia in corso una trattativa con Dario Franceschini. «Non saremo noi a togliere al Pd le castagne dal fuoco - sostiene Romani - e non c'è nessuna possibilità che FI entri in un governo guidato da Franceschini o da qualunque altro». I boatos di Transatlantico che parlano di un asse privilegiato tra Mattarella e Franceschini hanno irritato ieri il Quirinale secondo il quale «è del tutto sbagliato pensare che possa esserci una soluzione ostile al premier». 

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