Pressing del Colle su Renzi:
il nuovo governo durerà 6 mesi
La soluzione entro il 15 dicembre

Pressing del Colle su Renzi: il nuovo governo durerà 6 mesi La soluzione entro il 15 dicembre
di Alessandra Chello
Venerdì 9 Dicembre 2016, 09:29 - Ultimo agg. 10:05
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Altro giro. Altra corsa. La processione al Colle continua. Dalle 10 di stamattina fino alle 18. Avanti, c'è posto. Mattarella e le consultazioni, atto secondo. Oggi  tocca ai gruppi parlamentari. Esordisce quello misto del Senato. Nel nome del protocollo. Mentre sul fondo è tutto un brulicare di fermenti e strategie. Con Renzi divorato da un tarlo famelico:  guidare la fase di transizione ma bruciarsi l’immagine. Pensa e ripensa.  Per ora rifiuta il pressing. E medita. Mattarella il suo mantra lo ha già svelato tutto: rinviare l'ormai ex premier alle Camere per verificare se ha ancora la fiducia e dunque una maggioranza. Con un impegno solenne. Il nuovo giro valzer ha una scadenza molto ravvicinata in calendario: la sentenza della Corte costituzionale sull'Italicum fissata per il 24 gennaio. E se il pronunciamento dei giudici riscrive una legge elettorale immediatamente utilizzabile, si scivola velocemente verso le elezioni anticipate. Forse anche ad aprile.

Insomma una sorta di patto istituzionale che rimetta in moto l'Esecutivo. Lo scotto da pagare per l'ex Rottamatore? Vistosi scricchiolii dell'immagine agli occhi dell'elettorato. 
 


Nel frattempo dentro casa dem è tutto un vibrare di spade. Tra velenose schermaglie dietro le quinte e affondi più o meno clamorosi. 

Il Pd ha i nomi per uscire dalla crisi. Il preferito di Renzi è il ministro degli Esteri Gentiloni. Seguito da Padoan. Molto dietro Delrio che secondo i renziani farebbe ombra al leader dem. Tagliato fuori invece Franceschini. Il ministro della Cultura è molto seccato per le voci su un suo presunto accordo con Forza Italia per arrivare a Palazzo Chigi. Ha diffuso una nota, fatto molto lontano dal suo stile. Per raccontare che, con ironia, ha risposto ieri ai messaggi spiegando di «non poter parlare perché sono ad Arcore a chiudere il patto con Berlusconi...». Ma chi lo conosce bene racconta che è fuori dalla grazia di Dio. Dunque tra i due è rottura totale. «Matteo è il segretario - spiega Franceschini - e il partito deve seguire la sua linea». Quindi Franceschini non è più in corsa, anche a detta del Colle. Dove si ripete sempre che il pallino resta nelle mani di Renzi: è lui a dover decidere lo sbocco della crisi.

Quel che è certo è che Mattarella non concederà le elezioni senza una legge elettorale funzionante e omogenea tra le due Camere. Come prescrive la sentenza della Corte costituzionale sul Porcellum. Punto.

Ne viene fuori un calendario abbastanza rigido, da cui non si può prescindere: il presidente della Repubblica vuol prendere una decisione al massimo entro giovedì prossimo, 15 dicembre quando si riunirà il Consiglio dell'Ue al quale l'Italia non può decisamente inviare un governo-ologramma. A quel punto la squadra che gestirà la prossima fase ha davanti almeno quattro o più probabilmente sei mesi di vita. 



 

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