«Pd sereno», ma l’inchiesta su Romeo pesa sulle primarie

«Pd sereno», ma l’inchiesta su Romeo pesa sulle primarie
di Alberto Gentili
Giovedì 2 Marzo 2017, 08:38 - Ultimo agg. 08:39
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Nel quartier generale del Pd per l’intera giornata hanno letto attoniti le notizie che rimbalzavano dalla Procura. Soprattutto quelle relative a Tiziano Renzi, padre dell’ex premier, che secondo i magistrati romani insieme all’amico Carlo Russo, si sarebbe fatto promettere da Alfredo Romeo «consistenti erogazioni di somme di denaro mensili, come compenso per la mediazione verso Luigi Marroni», amministratore delegato della Consip (la centrale d’acquisto della pubblica amministrazione).

Eppure, al Nazareno «non c’è allarmismo». Tra i renziani si sottolinea che mentre Russo è stato perquisito, la stesso trattamento non è stato riservato al padre Tiziano. «E questo vorrà pur dire qualcosa. È una follia mettere le posizioni dei due sullo stesso piano...». Inoltre nessuno crede che Tiziano, «indagato solo ed esclusivamente per presunto traffico di influenze», si sia fatto promettere dei soldi da Romeo. Linea sostenuta in una nota anche dall’avvocato Bagattini.

Così tutti rimandano alle parole scandite da Matteo Renzi domenica sera in tv durante la trasmissione “Che tempo che fa”: «Ho fiducia nei magistrati, ma facciano veloci. È già accaduto in passato e sta accadendo adesso. Essendo stato un personaggio pubblico, quando c’è una vicenda del genere sto sempre dalla parte dei magistrati. Dopodiché conosco mio padre, so i suoi valori». 

«Ma nel momento in cui sei un personaggio pubblico», aveva insistito l’ex premier, «non puoi altro che dire, fiducia nei magistrati, sperando che facciano veloce». Ancora: «Per mio padre, che ha comunque la possibilità di difendersi, non è un grande dramma. Ma io penso alle tante persone che hanno il diritto di avere processi in tempi certi. Alcuni di questi processi si celebrano sui giornali, a me piace che ci siano nelle aule dei tribunali e vediamo chi è colpevole e chi è colpevole deve pagare, ma bisogna fare i processi».

Anche ieri Renzi, che ha accuratamente evitato dichiarazioni pubbliche nella sua trasferta a Locri e a Catanzaro, ha mantenuto questa linea. E i suoi si dipingono «tranquillissimi»: «Su Matteo non c’è proprio niente. Nulla di nulla. È del tutto estraneo alla vicenda». «Il problema», afferma un altro renziano di rango, «è che questo fango nel ventilatore viene sfruttato ad arte dai grillini. Per coprire i guai giudiziari della Raggi, con il suo braccio destro Marra a processo, si scagliano contro Lotti e il padre di Matteo». In estrema sintesi: «È una rogna per la campagna per le primarie del Pd, ma sotto il profilo giudiziario nessuna preoccupazione».

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