Elezioni Bari, l’affondo di Schlein: «Così Conte aiuta la destra, rispetti il Pd». La replica: «Noi mai sleali»

Le parole - dure - della leader del Pd: "Così aiuta la destra"

Elezioni Bari, l’affondo di Schlein: «Così Conte aiuta la destra, rispetti il Pd». La replica: «Noi mai sleali»
di Andrea Bulleri
Venerdì 5 Aprile 2024, 20:39 - Ultimo agg. 6 Aprile, 13:57
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Nessun passo indietro. Elly Schlein, stavolta, non ci sta. E se Giuseppe Conte a Bari vuole rompere l’alleanza con i dem, ragiona la segretaria del Pd con i suoi, «se ne assumerà la responsabilità. Abbiamo fatto di tutto per andare incontro alle richieste Cinquestelle. Noi – ribadisce – continueremo a lavorare per battere le destre». Il giorno dopo lo strappo sulle primarie nel capoluogo pugliese, nel campo largo scocca l’ora dei veleni. Incrociati. Da Roma il leader dei grillini minaccia «conseguenze» sul futuro dell’asse rosso-giallo: «Se non ritireranno le accuse di slealtà», punta il dito l’avvocato, «diventerà sempre più difficile lavorare col Pd». Replica Schlein da Bari: «Conte ha deciso di sconvocare i gazebo senza cercare insieme una soluzione, così aiuta la destra». Poi affonda il coltello: «Io a differenza di altri mantengo gli impegni presi. Non sono disposta a tollerare gli attacchi a questa comunità». 

È un botta e risposta inedito, quello che va in scena a sera dal palco di piazza Umberto.

Che segnala che i rapporti tra i due protagonisti del campo largo stavolta hanno davvero raggiunto i minimi storici. E che ora rischia di far saltare come tappi gli accordi ancora da chiudere nel resto d’Italia alle amministrative. Anche se sia dal Nazareno sia da via di Campo Marzio, a parole, si dicono disposti a proseguire nello «sforzo unitario». 

LE BORDATE
Sta di fatto però che stavolta Schlein sceglie di mettere da parte la linea “zen”. Quella del «testardamente unitari» tenuta in Sardegna e in Basilicata: «Attacchiamo gli avverarsi, non facciamoci la guerra tra noi». Ieri no. E dal palco a sostegno di Vito Leccese, l’ex capo di gabinetto di Decaro che avrebbe dovuto sfidare Michele Laforgia alle primarie, la segretaria lancia bordate in direzione di Conte. 

Del resto già la sua presenza in Puglia dice qualcosa. «Nei corridoi romani – comincia lei – sentivo girare la voce che non sarei venuta. Invece io ci metto la faccia e mantengo gli impegni, a differenza di altri». La voce che il comizio potesse saltare in effetti si era diffusa, spinta da quel pezzo di partito che consigliava alla leader di prendere tempo e cercare una mediazione con Conte. Linea incarnata, oltre che dagli alleati di Alleanza Verdi Sinistra, pure da Andrea Orlando: «Il passo da fare – suggerisce l’ex ministro della Giustizia – è cercare un terzo fra Laforgia e Leccese, per non compromettere la coalizione». E soprattutto, per non rischiare la débacle in una roccaforte dem. 

Un’opzione, quella del passo indietro, contestata invece da un altro pezzo di partito (in primis da un fedelissimo come Francesco Boccia) che invece spingeva per tirare dritto su Leccese. «Non possiamo accettare i diktat di Conte», è la convinzione. Anche la segretaria sembra pendere da questo lato. Tanto che, quando sale sul palco sulle note di “Casa mia” di Ghali, per prima cosa mette in chiaro il supporto a Leccese: «Siamo al tuo fianco e siamo pronti a sostenerti». Con tanti saluti agli appelli di Conte a convergere su Laforgia. Schlein si dice comunque disponibile a sposare gli sforzi dell’uomo di Decaro «se vorrai tentare la strada dell’unità che ieri altri hanno rotto». Ma la strada, dopo i fendenti reciproci di ieri, sembra un campo minato. 
Un tentativo, rivela Schlein, era stato fatto: i dem avevano proposto a entrambi gli sfidanti un passo indietro, ma da Laforgia sarebbe arrivato un no. «Forse – punge Schlein – d’accordo con chi aveva già architettato le conferenze stampa» per tributare il benservito. Cita l’Avvelenata di Guccini, lei che un po’ avvelenata in queste ore lo è davvero: «È più facile distruggere che costruire, ma così ci troveremo a costruir su macerie». 

LEZIONI DI MORALITÀ
È un fiume in piena, la leader del Nazareno. «Chi ha iniziato a fare politica con palazzo Chigi – sferza ancora in direzione di Conte – non ha dimestichezza coi gazebo e i militanti, ma io pretendo rispetto». Perché l’addio alle primarie a tre giorni dalle urne «è una sberla per tutta la gente perbene che si preparava a votare». E «questa città non merita di venire macchiata per intero: non accettiamo lezioni di moralità da nessuno», scandisce. 
Difficile, se non impossibile a questo punto, rimettere insieme i cocci. Tanto più che qualche ora prima anche Conte non si era risparmiato. «Mi dispiace per questa reazione scomposta del Pd – la reazione dell’avvocato a L’Aria che tira –, ma non accettiamo la mancanza di rispetto e nessuno può permettersi di dire che il M5S è sleale». Conte spiega di aver avvisato Schlein «mercoledì, con una lunga telefonata» sul fatto che «la situazione a Bari si stava compromettendo». E che «se ci fossero state nuove inchieste, noi non saremmo stati disponibili a proseguire con le primarie». Così è stato. Ma «se c’ è qualcuno che fa finta di nulla – avverte l’avvocato – noi non ci stiamo: la situazione è oggettivamente grave». 
 

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