«Se prosegue questa autoflagellazione continua le prossime elezioni rischiano di essere una scelta tra M5S e Lega.
E ciò sarebbe la fine del riformismo in Italia», ha sottolineato Calenda, «La disfatta è anche mia, non mi chiamo fuori. Ma se l'affrontiamo con onore e dignità può partire la risposta: quella che io chiamo la sfida di Dunkirk, ognuno dia una mano con la propria barchetta e cerchiamo di salvare il nostro esercito sulla spiaggia. Non ci sarà più nessuna persona decisiva: o la riscossa parte dagli iscritti o non ci sarà».
«Quella che scrivono Giavazzi e Alesina che bisogna "salvare il lavoro, non i posti di lavoro" è una fesseria mondiale», ha affermato quindi il ministro, «Agli operai di Embraco non si può dire di andare in Slovacchia: lo so anch'io che c'è l'innovazione tecnologica ma bisogna difendere il lavoro».