Rifiuti, Raggi difende Muraro «Rischio sanitario» Poi la frenata `

Rifiuti, Raggi difende Muraro «Rischio sanitario» Poi la frenata `
di Simone Canettieri e Mauro Evangelisti
Giovedì 11 Agosto 2016, 09:02 - Ultimo agg. 09:17
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ROMA Alla voce rifiuti Virgina Raggi oscilla certezze opposte: «Siamo in pre emergenza» (qualche settimana fa), «la città è pulita, i romani lo vedono» (ieri in consiglio), «siamo a un passo dall'emergenza sanitaria», (sempre ieri in consiglio) e poi in serata altro giro di valzer con retromarcia ben inserita al Tg1: «A Roma non c'è alcuna emergenza sanitaria». Nel consiglio comunale straordinario sui rifiuti il sindaco M5S, con folta claque tra il pubblico, se la cava molto bene nell'additare le responsabilità del passato e nel difendere la scelta di Paola Muraro, super consulente di Ama per una dozzina di anni che non aprirà bocca per otto ore, consegna oggettivamente in bianco quando si tratta di spiegare cosa farà nell'immediato, se non applicare una ricetta che è stata ereditata (ad esempio, usare gli impianti di trattamento presenti nel resto del Lazio, come già avveniva nell'era Marino e Tronca). Fa sorridere quando annuncia: «Vi do una buona notizia... - rullo di tamburi - domani l'assessore Muraro andrà a svolgere un incontro in Regione». Ecco, l'apertura dell'ennesimo tavolo interistituzionale con Regione, Prefettura e Ama sui rifiuti può essere utile, ma non è esattamente una soluzione rivoluzionaria. Ma la Muraro, sfiorata da una serie di inchieste, che secondo l'assessore all'Urbanistica, Paolo Berdini, «si deve dimettere se indagata», deve restare al suo posto? «L'ipotesi che sia indagata è irreale, se accadrà, lo vedremo». In aula solo metà della giunta, non proprio il massimo della solidarietà per una collega in un passaggio così complicato.
 
IL PIANO
Ma il nodo vero è una città perennemente a un passo dall'emergenza rifiuti. Gli impianti, la cui carenza - responsabilità non certo del Movimento 5 Stelle - fanno sì che ogni giorno fino a 180 camion trasportino i rifiuti romani in altri lidi. «A dicembre presenteremo un piano articolato sull'impiantistica». Tutto qui, oltre non va. Se ne riparlerà. Sulla differenziata conferma la volontà di applicare la tariffa puntuale (più ricicli, meno paghi di Tari), ma senza presentare un cronoprogramma dettagliato. «Sarebbe poco serio se facessi promesse senza avere neppure certezze sulla reale percentuale della differenziata per la quale faremo un audit». E questo va dato atto alla Raggi, non si è fatta prendere dall'entusiasmo grillino spendendo promesse a raffica, è stata prudente, concedendo solo qualche idea fantasiosa: i cassonetti con i chip per tracciare i rifiuti (in altre città si fa, ma non diciamo che a Tor Bella Monaca o a La Storta forse attendono altro), «i centri di raccolta, riparazione e riutilizzo degli oggetti».

L'OPPOSIZIONE
Dopodiché, come le ha rimproverato Stefano Fassina (Sinistra italiana) 42 dei 46 minuti di intervento sono stati spesi a parlare del malgoverno alla voce dei rifiuti degli ultimi anni: «Ma i romani si aspettano risposte sul futuro». Processo soprattutto al Pd, ma elogio a sorpresa di Zingaretti «che per fortuna ha detto come noi no all'inceneritore», che invece il governo ritiene necessario per Roma. E poi la bomba del rischio sanitario: «Occorre affrontare la crisi dei prossimi sei mesi in cui ci hanno trascinato. Noi siamo chiamati a fronteggiare uno stato di crisi sistemica con scarse risorse e tempi estremamente ridotti, dovendo sempre lavorare con il rischio sanitario dietro l'angolo». Dai banchi del Partito democratico l'hanno incalzata sulla difficile operazione di presentarsi in discontinuità proponendo come assessore chi in dodici anni ha accumulato consulenze in Ama per oltre un milione di euro. Giachetti ha ironizzato sul garantismo che M5S sta sbandierando sulla Muraro: «Sono lieto che negli ultimi giorni abbiate scoperto che c'è una differenza tra intercettazioni che hanno una rilevanza penale e quelle che non ce l'hanno: noi questa cosa la conoscevamo già». Michela Di Biase, capogruppo dem, ha incalzato: «Dov'è Di Battista oggi? Perché non è in Aula a gridare onestà onestà?». In ombra la grande co-protagonista, l'assessore Muraro «che dà fastidio - è stata la difesa della sindaca ed è stata scelta perché sa dove mettere le mani». Ma che nel dubbio ieri ha preferito rimane in silenzio.