Battipaglia, orti sociali
sui beni del boss: è scontro

Battipaglia, orti sociali sui beni del boss: è scontro
di Stefania Battista
Mercoledì 24 Agosto 2016, 10:22
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Terreno edificabile o terreno a fini sociali perché confiscato alla camorra? Qualche giorno fa il primo incontro al Comune per tentare di dirimere la questione con l’annuncio da parte della prima cittadina, Cecilia Francese, dell’intenzione di voler rientrare in possesso di parte dei terreni di Taverna Maratea, che con decreto della Commissione straordinaria e successivo bando pubblico vennero assegnati nel 2015 al Circolo cittadino di Legambiente per realizzare «orti sociali». Il presupposto a base dell’assegnazione gratuita, che scadrà nel 2018 e per cui Legambiente ha già chiesto una proroga di dieci anni, era che si trattasse di beni confiscati alla criminalità organizzata.

Si tratta, infatti, di parte del lotto che si riteneva appartenesse ad Antonio Campione e che finì non solo sotto confisca, ma anche nella relazione della Commissione d’accesso, perché la discussione intorno alla sua vendita avvenne in Consiglio comunale quando il figlio ne faceva parte.

In realtà Campione era proprietario solo di una piccola estensione confinante con i terreni della Baronessa. Ma proprio per quei terreni l’ufficio legale del Comune aveva intentato una lunga e difficile causa per dimostrare che, in realtà, la proprietà del lotto principale era dell’ente, subentrato all’Asl che aveva a sua volta ereditato il terreno con una donazione. La lunga causa ha visto il Comune vincente in sede civilistica. Nel frattempo, però, il Commissario Iorio, come ha spiegato anche nell’audizione dinanzi alla Commissione Antimafia lo scorso 27 luglio, ha preferito acquisire la parte libera del terreno attraverso l’agenzia nazionale dei beni confiscati alla criminalità senza attendere l’esito del giudizio, e affidarlo a «fini sociali».
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