Una famiglia campana su due è a rischio povertà. Il Dossier della Caritas regionale, presentato venerdì all’università “Luigi Vanvitelli” di Aversa, racchiude i dati aggregati forniti dalle sedi di diciannove diocesi del territorio, tra le altre Salerno-Campagna-Acerno, Amalfi-Cava de’ Tirreni, Nocera Inferiore-Sarno e Teggiano-Policastro. Le cifre sono tutte confluite nel computo complessivo. Ebbene l’aumento degli utenti dei centri d’ascolto diocesani della Caritas è considerevole: si è passati dagli 8.666 del 2021 agli 11.099 del 2022 con un aumento del 21,93%. E i primi sei mesi del 2023 fanno presagire un peggioramento della situazione. Lo sportello delle Caritas di Salerno-Campagna-Acerno non fa eccezione con un aumento di 230 nuovi utenti nel 2022. Il numero rappresenta solo una parte dei bisognosi perché fa riferimento solo alle sedi centrali dell’organismo della carità, ma sul territorio quasi tutte le parrocchie hanno un loro sportello Caritas, al quale si rivolgono migliaia di utenti. Le cause sono da addebitare all’aumento consistente del costo della vita e alla diminuzione dei nuclei familiari percettori del reddito di cittadinanza. Nella provincia di Salerno, si è passati da 27.913 famiglie di luglio 2023 a 23.074 di agosto 2023, il mese in cui è iniziata la graduale riduzione dei beneficiari, con una diminuzione del 17.3%. Il numero delle persone percettrici invece, è sceso, negli stessi mesi, da 60.818 a 53.428 con una riduzione del 12,2%. L’incidenza della povertà relativa, inoltre, cresce in relazione all’aumentare del numero dei componenti il nucleo familiare: nel 2022, per quelle monocomponenti, si attesa al 4,9% fino ad arrivare al 35% per le famiglie dai cinque componenti in su. In Campania la percentuale di persone a rischio povertà è del 46,2%, secondo tasso più alto in Europa dopo il Sud-Est della Romania (la media europea è del 21,6%). A introdurre il dossier, coordinato dal sociologo Ciro Grassini, un’analisi di monsignor Antonio De Luca, vescovo di Teggiano-Policastro e delegato per la carità dei vescovi campani.
«Parlando di povertà in Campania – scrive il presule – non si può non parlare della piaga del lavoro.