Eboli, il sindaco Cariello
guida la fronda anti-moschea

L’area in cui dovrebbe sorgere la moschea di Eboli
L’area in cui dovrebbe sorgere la moschea di Eboli
di ​Francesco Faenza
Venerdì 29 Luglio 2016, 06:25 - Ultimo agg. 11:30
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EBOLI - Né profughi, né moschea. I divieti imposti dal sindaco Cariello trovano terreno fertile. A Santa Cecilia è guerra allo straniero. Peggio ancora se musulmano. La gente è preoccupata. I politici sono allarmati. I commercianti minacciano la serrata. La santa alleanza contro i discepoli di Allah è servita. Cariello guida la protesta, la popolazione locale è con lui.

La moschea vicino all’asilo non si farà. «Abbiamo proposto ai capi islamici di trasferirsi nell’ex Apoff - afferma Domenico Alfano, dirigente del comitato di quartiere - La fabbrica abbandonata è tornata nella disponibilità del Comune». La fabbrica in questione è lontana da Santa Cecilia, dall’asilo dei bambini e dai negozi di Santa Cecilia già in parte «colonizzati» dai musulmani. Per evitare l’etichetta razzista, molti a Santa Cecilia sollevano un problema di parcheggio: «La nuova moschea non ha lo spazio per le auto dei musulmani» spiega Alfano. I timori veri sono altri, ma puzzano di discriminazione e di preconcetti.

Alfano propone un’altra soluzione: «Abbiamo chiesto ai musulmani di comprare un terreno lontano da Santa Cecilia e di costruirsi lì la moschea».

Pregate Maometto, ma non lo fate a Santa Cecilia. Invocate Allah, ma lontano da Gesù.

Sulla chiusura del sindaco Cariello si ritrova anche l’opposizione. Pasquale Infante, consigliere comunale dei Democratici per Eboli, plaude al divieto per la moschea nel centro di Santa Cecilia: «Ci sono motivi di sicurezza e di viabilità. È auspicabile la moschea fuori da Santa Cecilia». 
Al sindaco arriva una bocciatura in diritto costituzionale dal parroco della frazione. Don Daniele Peron ricorda a Cariello: «Che in Italia è in vigore l’articolo due della Costituzione. C’è libertà di culto. Usiamo la testa e non gettiamo benzina sul fuoco».
Più controlli, più sicurezza. Il ritornello lo ripetono tutti. Il sindaco Cariello e l’assessore Lenza nell’ultimo consiglio comunale hanno promesso dinieghi e barricate contro la moschea e contro i profughi.
Santa Cecilia ha già pagato un prezzo alto. Ci sono altri problemi. L’ufficio postale ha un solo dipendente allo sportello. La guardia medica è chiusa il sabato e la domenica. L’ex Apoff è diventata una piccola san Nicola Varco.
La novità la racconta Matilde Saja: «L’ex Apoff è tornata nella disponibilità del Comune. È di nostra proprietà» spiega l’assessore ai lavori pubblici che poi sospira, preoccupata, su dove reperire i soldi per la bonifica necessaria. La struttura è piena di amianto frantumato. Nei fabbricati abbandonati vivono un centinaio di africani irregolari.
Un invito concreto parte da Anselmo Botte: «La comunità marocchina utilizzi i soldi per la moschea (600mila euro) per costruire case per i connazionali senza tetto». Un sogno che il sindacalista della Cgil ripete da anni. Ma nessuno lo ascolta. Il Comune non ha i soldi. Costruire le case per darle ai marocchini, poi, sarebbe la tomba elettorale per qualsiasi sindaco.
Una “tirata” di orecchie a Cariello è arrivata da Abdon Alinovi, storico parlamentare di sinistra: «Dire no alla moschea è un grave errore, il sindaco torni sui suoi passi». Alinovi è cittadino onorario di Eboli. Vive a Napoli. Da dove difficilmente verrà ascoltato.
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