Largo Campo, edicola votiva
per la rinascita di Sant’Andrea

Largo Campo, edicola votiva per la rinascita di Sant’Andrea
di Giuseppe Pecorelli
Venerdì 11 Aprile 2014, 11:56 - Ultimo agg. 12:01
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La chiesa di Sant’Andrea de Lavina, alle spalle di Largo Campo, si arricchisce di un nuovo tesoro. Ai pochi affreschi d’epoca longobarda, di cui restano parti limitate, agli affreschi meglio conservati del XIV secolo, allo splendido campanile romanico, si aggiunge un’edicola votiva, inaugurata ieri, opera dell’artista napoletano Enzo Bianco. La chiesa, che del IX secolo, accoglie cos un’espressione d’arte moderna, una realizzazione polimaterica in legno, ceramica e metallo. Il soggetto dell’opera il martirio di Sant’Andrea, qui per raffigurato in maniera singolare. Sulla croce tinta di rosso, simbolo del martirio, tra l’altro posizionata nella forma della lettera “x”, cos disposta in accoglimento dell’ultima volont dello stesso apostolo perch iniziale greca del nome di Cristo, Andrea sembra quasi non essere crocifisso, ma il suo corpo appare poggiato al legno. L’indice della mano destra indica verso l’alto, portando gli occhi del fedele a rivolgersi verso Dio. In pratica, pi che la morte, un’opera che celebra la risurrezione. In questo, potrebbe leggersi un riferimento alla chiesa stessa, edificata con quasi assoluta certezza nel IX secolo, anno in cui il duca longobardo Sicardo deport a Salerno parte della popolazione amalfitana relegandola nel quartiere che allora, come ora, chiamato Fornelle. Il tempio ha attraversato pi di millecento anni di storia salernitana e ha subto il passaggio del tempo. A prsenziare all’inaugurazione, ieri sera, è stato l’arcivescovo Luigi Moretti, che ha spiegato il senso della testimonianza dell’apostolo e martire Andrea, invitando i credenti a saperne vivere l’insegnamento. Ricordando le parole di Papa Benedetto XVI, che durante la Giornata mondiale della gioventù di Colonia del 2005, paragonò la vittoria di Cristo sulla morte alla potenza di una fissione nucleare, l’arcivescovo ha esortato i fedeli a saper «essere testimoni nel nostro tempo di un Dio che continua ad amarci». «Il Signore ci aiuti – ha detto – a riscoprire il dono di Dio, che diventa fonte di energia che cambia la nostra vita. Saremo così capaci di scoprirci persone nuove e di cambiare il mondo».
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