Amalfi, carabinieri al Comune
e nella sede Ausino dopo la frana

Amalfi, carabinieri al Comune e nella sede Ausino dopo la frana
di Petronilla Carillo
Mercoledì 3 Marzo 2021, 06:55 - Ultimo agg. 08:36
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Da un lato si lavora per la messa in sicurezza del costone Vagliendola, dall’altro di scava nella montagna per realizzare un’opera abusiva senza neanche l’intervento di un tecnico (magari compiacente ma, quanto meno, competente). Sono i due aspetti della Costiera a tre settimane dalla frana di Amalfi. E, proprio mentre la procura di Salerno indaga per individuare eventuali responsabilità e il procuratore capo Giuseppe Borrelli dichiara guerra all’abusivismo edilizio, c’è chi, noncurante di tutto, continua a violentare l’ambiente. Accade a Praiano nei pressi di un parcheggio con annesso autolavaggio in un’area a ridosso di un costone a picco sul mare. Quando i carabinieri della compagnia di Amalfi, agli ordini del capitano Umberto D’Angelantonio, sono giunti sul posto, nell’ambito di specifici servizi di controllo disposti dal comandante provinciale, colonnello Gianluca Trombetti, hanno trovato un’area di circa 150 metriquadrati oggetto di opere totalmente abusive: sbancamento di terreno, terrazzamenti, scalinate e passaggi pedonali oltre ad una casetta prefabbricata in legno che ospitava animali. Il proprietario dell’area è stato denunciato. Proprio a luglio dello scorso anno tra Praiano e Positano si verificarono una serie di frane a mare a causa di lavori abusivi ad alcune ville della zona. Nonostante ciò, si continua ancora a lavorare senza alcun titolo autorizzativo. Proprio per questo motivo si stanno intensificando, da parte dei militari dell’Arma, i servizi di controllo in tutta la Costiera. La montagna, difatti, trasuda acqua anche quanto le condizioni climatiche sono buone: un segnale non buono per il terreno che continua a sbriciolarsi e diventare fango. 

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Prosegue il lavoro del perito della procura, il docente universitario Settiimio Ferlisi dopo i rilievi effettuati ad Amalfi sulla frana del costone Vegliandola.

L’ipotesi iniziale, ovvero quella che il crollo sia legato a vecchi lavori effettuati in quella zona. Per questo motivo i carabinieri sono tornati al Comune per acquisire altri documenti richiesti dal perito, presso l’ufficio tecnico, e anche presso la sede dell’Ausino che gestisce le condotte idriche della zona. Si tratterebbe di documentazioni relative ad interventi di manutenzione e lavori vari eseguiti almeno cinque anni fa. L’ipotesi che la frana potesse essere stata causata da un avvallamento della strada, dunque, torna ad essere una delle piste battute dal tecnico. Ma bisogna avere un quadro completo della situazione prima di appurare se ci siano o meno (e soprattutto da parte di chi) eventuali responsabilità.

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