Il monito di Moretti: San Matteo, ritroviamo l'armonia lacerata

Il monito di Moretti: San Matteo, ritroviamo l'armonia lacerata
di Giuseppe Pecorelli
Martedì 11 Agosto 2015, 22:29 - Ultimo agg. 12 Agosto, 08:18
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SALERNO - «Il risultato di un percorso condiviso, che trova una sintesi. Io invito a ritrovare l’unità per far sì che la festa di tutti diventi ricchezza per ognuno». Ieri mattina, a Palazzo arcivescovile, l’arcivescovo Luigi Moretti presenta il programma della festa di San Matteo e definisce così il risultato di un anno intero d’incontri, un lungo dialogo tra il presule, i sacerdoti, i collaboratori laici, le autorità e i portatori.

Proprio per i portatori l’arcivescovo ha parole di gratitudine: «Dobbiamo dire loro grazie per l’importanza di quanto fanno. Anche per questo ho voluto che avessero un giusto collocamento nelle celebrazioni perché, come ho detto loro negli incontri che ho avuto, essere un portatore è un onore, non un diritto».

Una sintesi, dunque. «Abbiamo ritrovato – aggiunge monsignor Moretti – l’armonia lacerata da quel che è successo lo scorso anno. In particolare ho riflettuto sul motto del drappo che alzeremo il 21 agosto: Salerno è mia, io la difendo. E mi sono chiesto come far sì che la comunità si sentisse di San Matteo».

Non sono poche le novità. La prima è la conferma delle anticipazioni rese ieri dal Mattino. San Matteo entrerà nell’atrio del Comune. Non farà ingresso la statua dell’evangelista, ma i resti del suo braccio custodito in un reliquiario gotico. «Io farò un gesto nuovo – spiega l’arcivescovo – ed entrerò nel Comune portando la reliquia di San Matteo per implorare sulle case dei salernitani la benedizione del Signore. Questo è un gesto religioso. Non sia un atto formale, ma possa avere una ricaduta sulla vita di tutti i salernitani». Nell’accogliere le tante sollecitazioni ricevute, monsignor Moretti va oltre quanto gli veniva richiesto. «L’entrata della reliquia – chiarisce ancora il pastore – vale molto di più dell’entrata della statua».





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