Incarichi e consulenze al Ruggi, nuova inchiesta della Procura: i carabinieri in ospedale

Incarichi e consulenze al Ruggi, nuova inchiesta della Procura: i carabinieri in ospedale
di Petronilla Carillo
Martedì 16 Giugno 2015, 00:09 - Ultimo agg. 09:03
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Incarichi e consulenze all'ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona: nuova inchiesta per la procura di Salerno.



Le indagini sono state delegate questa volta ai carabinieri del Nas i quali, nei giorni scorsi, avrebbero anche acquisito presso gli uffici amministrativi del nosocomio alcune delibere. E ieri, sempre dai carabinieri del Nucleo antisofisticazioni, è stato convocato anche il sindacalista del Sapmi Carmine De Chiaro. Sua è la denuncia, datata 15 aprile 2015 e indirizzata al procuratore capo Corrado Lembo, riguardante alcuni passaggi di profilo non del tutto regolari.



Nella denuncia De Chiaro fa anche nomi e cognomi dei dirigenti che avrebbero firmato le delibere sotto accusa e di chi ne avrebbe beneficiato. Parla dunque di diciture «posto vacante» per giustificare gli incarichi e spiega il perché ci siano delle «irregolarità» in quanto quei posti, in fondo, vacanti non sono. Per il momento, comunque, tutto è nel campo delle ipotesi. Ipotesi alle quali ieri pomeriggio i carabinieri hanno cercato di trovare conferme attraverso il racconto di De Chiaro. In particolare il sindacalista Sapmi ha raccontato alcuni dettagli e presentato atti per dimostrare che mancano le procedure di evidenza pubblica per l'assegnazione degli incarichi in più casi. Quindi è sceso nel dettaglio, raccontando anche di come ci siano anche preferenze di tipo «familiare». De Chiaro ha anche detto di alcune procedure adottate per sottrarre infermieri dai loro ruoli e affidargliene altri di tipo impiegatizio che con le mansioni socio-sanitarie hanno poco a che vedere. Immancabile anche un passaggio sulle sedute operatorie.



Valzer di poltrone e sprechi, secondo il sindacalista, che fa riferimento ad una serie di denunce da lui presentate anche nel 2009 e che, a sua detta, «non avrebbero avuto al momento alcun seguito». Il riferimento è a quanto già raccontato ai carabinieri di Mercatello in merito alle modalità di accesso alle liste di attesa relativamente a precisi reparti dell'azienda: cardiochirurgia, urologia, oncologia, servizio trasfusionale. Liste d'attesa che, stando alle denunce, venivano controllate in maniera «impropria e discrezionale» dai direttori di reparto senza un regolare controllo del Centro unico di prenotazione (Cup). E tutto ciò perché, sempre secondo le accuse lanciate da De Chiaro, esiste solo una «discutibile commissione voluta dall'ex dg Lenzi e mai rimossa dall'attuale direttore generale Viggiani il quale ha deliberato l'istituzione di due commissioni di controllo ma non ne ha ancora nominato i componenti. Da una richiesta di chiarimenti ad un'audizione in commissione interna. Ieri De Chiaro doveva essere sentito anche nella commissione interna istituita dal direttore generale del Ruggi all'indomani dell'inchiesta sul presunto giro di mazzette nel reparto di Neurochirurgia. Ma l'audizione non c'è stata perché lo stesso sindacalista ha eccepito l'incompatibilità di uno dei componenti, il medico Pierluigi Pappalardo, che è al tempo stesso componente di un'altra commissione di controllo e anche esponente del'anticorruzione, e d è stato richiesto un parere alla direzione geenrale e all'avvocatura.



Sulla questione De Chiaro ha emesso una nota stampa nella quale avanza «forti dubbi in merito alla volontà di velocizzare e far luce sul problema lista d'attesa». «Il direttore generale - si legge nella nota - già da tempo sapeva dell'incompatibilità ma nulla è stato fatto.
Tutto ciò per rallentare i lavori: infatti non è stato elaborato nessun atto strategico -programmatico sulle liste d'attesa e cerca di limitare e concentrare il fenomeno a iniziative unidirezionali».
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