Terremoto al Comune di Salerno: Picardi lascia l’incarico dopo l’errore sul bilancio

Lettera di dimissioni: dal primo maggio non sarà più direttore generale dell’Ente. La “svista” sui conti e la furia di De Luca

Picardi e il sindaco Napoli
Picardi e il sindaco Napoli
Venerdì 19 Aprile 2024, 07:00 - Ultimo agg. 12:23
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Un anno e quattro mesi. Tanto è durato il mandato da direttore generale del Comune di Salerno per Matteo Picardi.

Quindici giorni è, invece, il tempo servito ad esporre per bene la ferita aperta, e a quanto pare ancora sanguinante, inferta agli equilibri politici di palazzo Guerra dal caso del buco in bilancio che, ieri pomeriggio, ha fatto la sua prima (e non è detto unica) vittima. Dal 1 maggio Matteo Picardi non sarà più il direttore generale dell’ente, la notizia delle sue dimissioni ha iniziato a circolare nel pomeriggio di ieri creando scalpore.

Picardi, nominato direttore generale del Comune di Salerno a novembre del 2022 dal sindaco Enzo Napoli, ufficialmente si è dimesso perché l’impegno all’ente mal si conciliava con l’altrettanto gravoso ed analogo compito alla Sistemi Salerno - Holding Reti e Servizi, di cui è anche dipendente. Ufficiosamente sarebbe stato accompagnato alla porta a seguito della vera e propria bufera generata dal vistoso errore nella compilazione del bilancio che è costata alla maggioranza un vigoroso richiamo del presidente Vincenzo De Luca in persona che, il 3 aprile scorso, all’Hotel Mediterranea, tenne a rapporto tutti “i suoi” chiedendo a più riprese maggiore attenzione, un cambio di passo nelle modalità operative ed in quelle strategiche. Insomma, un lavoro migliore. La tempesta sembrava essere rientrata a seguito della correzione del bilancio in consiglio comunale ma, evidentemente, la brace ardeva ancora sotto le ceneri. Due giorni fa la doccia fredda: Picardi ha ufficializzato le dimissioni dal ruolo spendendo, tra l’altro, parole molto positive per l’esperienza.

Nel suo addio Picardi si rivolge direttamente al sindaco, ricordando l’orgoglio provato all’atto della nomina per un «impegno - scrive - che mi ha visto coinvolto in modo convinto e totale e per il quale ho avuto conferma di essere accompagnato dalla passione per il lavoro e dall’equilibrio nelle valutazioni». «Tuttavia - prosegue - i carichi di lavoro e le responsabilità nell’azienda di provenienza dove, comunque, non è mai mancato l’impegno del sottoscritto per un rinnovato sviluppo delle realtà societarie comunali e per il costante miglioramento della qualità dei servizi erogati ai cittadini del nostro territorio, non mi consentono di proseguire con il doppio incarico». Oltre ai ringraziamenti a sindaco, giunta e consiglio anche «un affettuoso saluto a tutti i dipendenti». «Lavorare per il proprio territorio e per la propria comunità - conclude - rimane un’esperienza entusiasmante ed appagante». A palazzo Guerra le bocche restano cucite, nessun commento viene rilasciato sul piccolo terremoto che è destinato a smuovere, ancora una volta ed inesorabilmente, le acque. Di certo - e per quello non c’è bisogno di parole - resta lo sgomento per un così repentino cambio di idee su colui che si pensava potesse diventare, magari col tempo, un “nuovo Felice Marotta”.

Riferimento saldo ed inossidabile.

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Picardi era stato individuato «per la comprovata qualificazione professionale necessaria per rivestire il ruolo di direttore generale»; per «la pluriennale esperienza professionale maturata sovrintendendo e presidiando strutture organizzative apicali complesse», per la «competenza manageriale dimostrata», per le «capacità di leadership». Inevitabile, adesso, non provare ad immaginare quali potranno essere le conseguenze. Non ci sarà, almeno questo filtra nelle immediatezze della deflagrazione della bomba, un sostituto da individuare. Nessuna promozione o convocazione a corte per manager più o meno scafati o per uomini che godono della granitica fiducia dell’establishment. Il ruolo di supporto politico ed operativo torna ad esclusivo appannaggio del capostaff Enzo Luciano, unico, in questi anni, a riuscire a restare a bordo nonostante, in più di un’occasione, il mare sia stato davvero in gran tempesta.

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