La maturità tra 15 anni con 10mila alunni in meno: la scuola appesa a un filo

Il 21 giugno 16.596 ragazzi salernitani all’esame di Stato. Nel 2038 saranno 7.708. Le proiezioni dell’Ufficio scolastico sulla base delle iscrizioni all’infanzia

La maturità a Salerno
La maturità a Salerno
di Gianluca Sollazzo
Domenica 18 Giugno 2023, 07:00
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Esattamente tra 15 anni effettueranno l’esame di maturità. Tre lustri precisi che segneranno il cambio di un’epoca e il futuro della scuola nostrana. Nel 2038 la nostra provincia porterà al diploma appena 7.708 studenti. La previsione scaturisce da una semplice proiezione anagrafica che tiene conto di un dato reale, ovvero gli alunni, meglio dire, i bambini che a settembre inizieranno la scuola dell’infanzia: sono i «grembiulini» che a meno di 4 anni entreranno in un’aula della scuola pubblica. Tra 15 anni saranno loro a doversi cimentare con l’esame di maturità al termine del ciclo delle scuole superiori. Oggi, i numeri, che certo non sorridono rispetto al passato, sono agli antipodi: il 21 giugno, giorno dell’avvio delle prove scritte dell’esame di Stato, saranno ai nastri di partenza esattamente 16.596 maturandi, di cui 569 privatisti. In 15 anni, a conti fatti, perderemo circa 10mila alunni. Diecimila giovani che cercheranno di entrare nel mondo del lavoro. Che proveranno a scommettere sul loro futuro. In 15 anni la nostra provincia subirà, quindi una trasformazione epocale. Non è questa una mera previsione apocalittica, bensì una proiezione che lo stesso Ministero dell’Istruzione e del merito tiene conto nella stesura degli assetti della geografia scolastica locale e regionale.

Il Salernitano è sì la provincia che subirà il taglio maggiore di autonomie scolastiche, ben 41 dal settembre 2024, ma è anche la provincia che perde più alunni, più giovani, più futuro. C’è un dossier sull’organico di diritto che l’Ufficio scolastico provinciale ha da poche settimane definito. In precise zone del vasto bacino scolastico salernitano, emergono le precarie consistenze anagrafiche delle nostre scuole. Dal report si apprende che nell’agro nocerino sarnese si registra la maggiore consistenza anagrafica di bambini tra i 3 e i 5 anni di scuola dell’infanzia: sono 5.646. Nel capoluogo i numeri sono in netto ribasso di anno in anno, sia perché molte famiglie sono emigrate sia perché si registrano numerosi cambi di residenza verso altri centri limitrofi. Nelle scuole di Salerno sono appena 2.076 i bambini della scuola dell’infanzia che nell’arco di due anni accederanno alle scuole elementari. Scendendo a sud di Salerno i numeri crollano drasticamente. Secondo il dossier dell’amministrazione scolastica, a settembre saranno appena 1.586 i bambini dell’infanzia nelle scuole della Piana del Sele. Mentre saranno 1.192 i piccoli alunni nelle scuole della Valle del Calore e degli Alburni. Nei Picentini si registreranno 1.155 bambini. Numeri che sprofondano ancora più a sud. Nel Vallo di Diano, tra Sala Consilina, Teggiano e gli altri Comuni nel comprensorio, si censiscono appena 885 bambini dell’infanzia. Nel Basso Cilento, fino a Capo Palinuro, appena 717 i bambini nelle scuole. Nel Cilento centrale, ai piedi del monte Gelbison, si contano appena 633 alunni di scuola dell’infanzia. Risalendo la provincia, in Costiera Amalfitana, l’andamento demografico è il peggiore nel salernitano: nelle scuole dell’infanzia c’è spazio tra i banchi solo per 552 bambini. Nella cintura tra agro nocerino e Salerno troviamo la Valle dell’Irno dove sono 1.636 gli alunni. Mentre a Cava de’ Tirreni, in terra metelliana, sono 1.050 gli studenti, appena la metà del capoluogo.

Il dossier ovviamente è destinato ad aprire un dibattito anche a fronte delle nuove regole per il dimensionamento scolastico. Come contemperare impoverimento demografico e tagli delle autonomie? «La provincia salernitana sarà la più colpita dai nuovi parametri introdotti dalla Legge di bilancio in materia di riorganizzazione delle rete scolastica – dichiara Susy Parrillo, referente territoriale Uil scuola Salerno - Il calo demografico poteva essere trasformato in una opportunità, riportando il numero degli alunni per classe a 20; invece si è arrivati a penalizzare ancora una volta la scuola attraverso la creazione di istituzioni scolastiche sovradimensionate. Purtroppo si è agito solo con logiche ragionieristiche che finiranno per rendere ancora più complessa la gestione di una scuola e aumentare il carico di lavoro di chi la dirige. A pagarne le conseguenze sarà purtroppo la qualità e l’efficienza del servizio scolastico soprattutto in quelle zone meno popolate come il Cilento e il Vallo di Diano – chiude Parrillo - in cui la soppressione di una autonomia scolastica rappresenterà una vera e propria condanna per l’intera comunità locale».
 

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