Latin Lover da giovedì nelle sale, Cristina
Comencini: «Il mio omaggio a Virna Lisi»

Latin Lover da giovedì nelle sale, Cristina Comencini: «Il mio omaggio a Virna Lisi»
di Michela Greco
Martedì 17 Marzo 2015, 12:54 - Ultimo agg. 13:02
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ROMA - «Virna Lisi mi manca moltissimo. Con lei ho fatto quattro film e in quest'ultimo ha una scena bellissima, comica e piena di umanità, in cui emerge senza angoscia il retaggio di una donna della sua età che ha attraversato il cinema. Vorrei ricordarla con le sue risate in questo film».

Esordisce così Cristina Comencini nel parlare di Latin Lover, il suo nuovo lavoro - in sala da giovedì - dedicato proprio alla grande attrice scomparsa nel dicembre scorso, che qui ha fatto la sua ultima, splendida apparizione.

«Ma sul set era in buona salute, vitale e potente», ha sottolineato una commossa Valeria Bruni Tedeschi, che interpreta una delle quattro figlie di Saverio (Francesco Scianna), icona del cinema italiano che ha lasciato dietro di sé una lunga e complessa scia di vedove e figlie concepite in paesi diversi.

La primogenita italiana Susanna (Angela Finocchiaro, nel film figlia di Virna Lisi), la francese Stéphanie (Bruni Tedeschi), la spagnola Segunda (Candela Peña, figlia in scena di Marisa Paredes), la svedese Solveig (Pihla Viitala) e Shelley, l'americana riconosciuta col Dna (Nadeah Miranda).

Composto come un divertente mix immaginario tra Vittorio Gassman, Marcello Mastroianni, Gian Maria Volonté e Ugo Tognazzi, questo attore istrionico viene evocato in occasione delle celebrazioni per il decennale dalla sua scomparsa, quando le donne della sua vita si riuniscono per la cerimonia. «Per tutte le donne il padre è un mito – ha spiegato la Comencini – In Latin Lover è anche un attore celebratissimo, sconosciuto e sfuggente per le figlie, che ne sono innamorate ma devono liberarsene.

Il mio Saverio è il simbolo di un cinema mitico e pieno di diversità, che andava dal western alle opere impegnate, e che fuori dallo schermo creava relazioni sentimentali e familiari complesse».

Quest'uomo bello e ingombrante, che compare solo attraverso il grande schermo, è rappresentato infatti come un personaggio incontenibile e misterioso: «Un ruolo così per un attore è un regalo immenso – ha confessato Scianna – mi ha richiesto grande atleticità emotiva. Era un uomo eroico e seduttivo di cui ho cercato di comprendere l'umanità: un mito fragile che aveva un gran bisogno di amore, e come molti grandi attori era un po' svalvolato».