​«Il Nobel? Ci andrò, se posso»
E Dylan chiamò Stoccolma

«Il Nobel? Ci andrò, se posso» E Dylan chiamò Stoccolma
di Federico Vacalebre
Sabato 29 Ottobre 2016, 09:44 - Ultimo agg. 13:59
3 Minuti di Lettura

E così ha confuso persino i bookmaker, che iniziavano a scommettere su un suo rifiuto del Nobel, o, ancora più perfidamente, su una sua assenza «ingiustificata», continuando nel silenzio che lo ha portato, sin dal giorno dell'assegnazione del prestigioso alloro, a non commentare la notizia, a non rispondere al telefono all'Accademia di Stoccolma. «A Stoccolma per il Nobel? Ci andrò... se solo posso»: così parlò sua Bobbità, il cantautore-letterato, che ha concesso un'intervista esclusiva al «Daily Telegraph». E l'ha concessa non per parlare di canzoni come forma d'arte, per rispondere - o magari persino per dare ragione - a chi non lo ritiene degno del riconoscimento, ma perché l'inviato del quotidiano inglese l'ha raggiunto in Oklahoma per parlare della mostra di suoi dipinti che aprirà la prossima settimana in una galleria a Londra.

Vuoi mettere i suoi quadri con il Nobel per la letteratura? Poi, però, non si è sottratto alla domanda, anche se la sua risposta è stata persino più evasiva del suo silenzio. Il Nobel? «Gran bella cosa», ha ghignato beffardo. Andrà a ritirarlo, allora? «Assolutamente. Se solo è possibile». Quali impegni possano trattenerlo, con persino il suo «Neverending tour» ufficilamente sospeso a novembre, dalla cerimonia svedese del 10 dicembre non è dato sapere. Ai vari Roth, DeLillo e Murakami battuti, dice che «è difficile crederci», che quando gli hanno annunciato la notizia è stato sorpreso: «Straordinario, incredibile. Chi si sarebbe mai sognato una cosa simile?». E allora perché non comunicare al mondo la sua gioia, perché tanto mistero? «Beh, io sono qui». Lui è li ed ha anche chiamato al telefono Sara Danius, la segretaria permanente del premio, per dirle che la notizia lo aveva «lasciato muto» e che «apprezza molto l'onore ricevuto».
Sarà che Sarà è un nome a lui caro, o che ogni buon gioco dura poco, ma alla fine il songwriter ha accettato anche di entrare nel merito, concordando con la Danius, secondo cui i suoi testi sono letteratura e richiamano la tradizione orale di poeti come Omero e Saffo. «Direi di sì, in una certa misura», il suo commento, prima di citare brani come «Blind Willie» e «A Hard Rain's a-gonna fall» e «Hurricane, di cui lui, però, non sa spiegare il significato: «Io non sono qualificato a farlo». Per fortuna che Dylan c'è.

© RIPRODUZIONE RISERVATA