The Kolors, Amici vincenti: "Ma la vera gara comincia adesso"

Stash alle Porte di Napoli (Renato Esposito per Newfotosud)
Stash alle Porte di Napoli (Renato Esposito per Newfotosud)
di Federico Vacalebre
Lunedì 8 Giugno 2015, 14:45 - Ultimo agg. 16:46
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Il primo bagno di folla è un ritorno a casa, con un «instore tour» che comincia non casualmente Alle Porte di Napoli, che per loro non è solo il nome del grande centro commerciale di Afragola dove i fans li hanno festeggiati sabato: «Sono arrivati fin dalle prime ore della mattina, noi ancora non ci accorgiamo di quello che è successo, abbiamo vissuto due mesi e mezzo chiusi in una casetta, con sempre meno gente dentro»: Antonio Fiordispino, per tutti ormai Stash, ovvero «Tesorino», classe 1989, non riesce ancora a capacitarsi dell'impresa compiuta con The Kolors espugnando prima l'hit parade con l'album «Out», poi «Amici 14» con un plebiscito popolare, il 61% del televoto contro il rapper romano Briga. La band fa sul serio, sa che deve battere il ferro fino a chè è caldo, non a caso domani pomeriggio, alle 17.30, insiste con i firmacopie, stavolta al Vulcano Buono di Nola, dove oggi è il turno proprio di Briga.



Davvero non pensavi alla vittoria, Stash? Almeno il primo posto in classifica, proprio davanti a Briga, qualche previsione poteva suggerirla.

«Certo, una volta arrivati alla finale a quattro un pensierino lo avevamo fatto, ma eravamo convinti che il pubblico giovanile appassionato di hip hop avrebbe asfaltato le nostre speranze».

Invece voi avete asfaltato tutti, lanciando la prima vera boyband made in Naples. Ricapitoliamo la vostra storia?

«Io nasco a Caserta per caso, cresco a Cardito, faccio le medie a Grosseto dove ancora adesso vivono i miei nonni e i miei zii, poi torno a Napoli per le superiori e quindi per inseguire il sogno della musica volo a Milano. Con mio cugino Alex, il batterisa, e Daniele Mona alle tastiere abbiamo scritto canzoni per anni, abbiamo suonato in cambio di una birra e un sorriso e - a volte - nemmeno di quello, abbiamo venduto mozzarelle per comprarci gli strumenti... Poi Francesco Sarcina ci ha suggeriti al talent show di Canale 5, Elisa ci ha voluti nella sua squadra e abbiamo vinto... Devo ringraziare l'ex leader delle Vibrazioni, la signora in Blu della canzone italiana, e Maria De Filippi, la donna più rock d'Italia».

Segnalati nel 2011 da Mtv Generation, siete entrati nei cuori di molti, da Fiorello a Red Ronnie, con un hit pop come «Everytime», ma anche rileggendo «Napule è» di Pino Daniele e, nella finale, «Cu’’mme» di Enzo Gragnaniello: Loredana Bertè si è commossa ricordando la versione originale incisa dalla sorella con Roberto Murolo.

«Fin dall'inizio Elisa ci ha suggerito di sfoggiare le nostre radici, musicali e culturali. Napule è Pino Daniele, Napule è Enzo Gragnaniello, Napule è Roberto Murolo, Napule è anche la scugnizza adottiva Mia Martini».

A proposito del Nero a metà: tu sei un figlio d'arte e in qualche modo l’hai sfiorato.

«È vero. Mio padre Umberto è un musicista, con il fratello formava la band dei Rebus, mai andata oltre la notorietà locale, ma aveva una sala prove dove sono passati in tanti, da Tony Esposito a Sal Da Vinci, sino a Pino Daniele, che venne per ascoltare dei mix da mio padre». +

Magari anche i gusti musicali sono questione di Dna.

«Forse l'amore per i Pink Floyd - il mio soprannome viene dal testo di «Money» - e per i Queen e per Michael Jackson e per l'electropop anni Ottanta può essere nato con ascolti condivisi in casa, ma ho sempre voluto tenere separata la mia musica da quella di papà: a lui comunque, e a mia madre e alla famiglia tutta, dedico la mia vittoria. Hanno fatto non poche rinunce per permettermi questa chance che adesso voglio sfruttare al meglio: è il palco la nostra dimensione, non ci metteremo a fare i personaggi. Faremo un bel tour, il 10 luglio saremo a Roma, il 15 a Milano, il 18 luglio all'Arena del mare di Salerno».

Briga passa dal Vulcano Buono un giorno prima di voi: la sfida continua contando i fans?

«La gara tra noi è finita, ora si passa dal gioco al mercato, dove i concorrenti sono più grandi di lui e di noi, visto che fuori dal talent show ci sono i Vasco Rossi e i divi internazionali».

Prossimo passo un disco in italiano?

«No, per ora no. Anche Elisa ha cominciato cantando in inglese. ”Everytime” è il nostro passaporto, per il futuro vedremo: mi è piaciuto intonare ”Il mondo” e ringrazio Francesco Renga che mi ha aperto gli occhi sul pop italiano, ma non so scrivere nella mia lingua, per quanto paradossale sia. Magari lo imparerò molto presto».
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