Pubblicata la mappa del Dna degli organismi "primitivi"

La mappa 3d della materia oscura
La mappa 3d della materia oscura
Domenica 14 Luglio 2013, 21:30 - Ultimo agg. 21:39
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ROMA - Pubblicata la prima mappa genetica della 'materia oscura della vita', ossia del Dna dei microrganismi pi primitivi che vivono sul pianeta e finora i pi sconosciuti. Leggere il Dna di questi archeobatteri è stato possibile grazie a nuove tecniche di sequenziamento. Il risultato, pubblicato su Nature, si deve a un gruppo coordinato da Tanja Woyke del Joint Genome Institute del Dipartimento di Energia degli Stati uniti a Walnut Creek, in California.



Questi microrganismi sono le forme di vita cellulare più abbondanti e diversificate del pianeta, praticamente occupano ogni nicchia ambientale concepibile: dalle profondità estreme degli oceani al più secco dei deserti e possono avere profonde influenze sui processi ambientali, dalla crescita delle piante, al ciclo dei nutrienti, a quello del carbonio e si sospetta abbiano un ruolo anche nei processi climatici.



Tuttavia, queste forme di vita sono in gran parte sconosciute perchè, rileva Woyke, vivendo in ambienti difficili da riprodurre come i fondali oceanici o in simbiosi con altri batteri o sulla pelle di un animale, la stragrande maggioranza di esse non si riesce a coltivare in laboratorio.



Finora infatti i metodi di sequenziamento del Dna richiedevano la coltivazione in laboratorio di miliardi di cellule identiche. Ma le nuove tecniche di analisi genetiche superano questo problema perchè riescono ad analizzare il Dna estratto da una singola cellula di un batterio.



I MICRORGANISMI In questo modo i ricercatori hanno sequenziato il genoma di campioni provenienti da nove diversi habitat: dagli abissi oceanici alle sorgenti idrotermali, fino alle miniere. Dai campioni raccolti sono state analizzate 9.000 di cellule e identificati 201 microrganismi diversi, afferenti a 29 gruppi di cui due nuovi. Sono emerse caratteristiche insolite, tra cui alcuni tratti negli archeobatteri in precedenza visti solo nei batteri, uno di questi è un enzima che potrebbe essere usato come meccanismo di difesa contro gli attacchi di altri microrganismi. «Queste analisi genetiche - osserva Woyke - ci stanno, inoltre, permettendo di comprendere le relazioni evolutive tra questi microrganismi: è un po' come guardare un albero genealogico per capire chi sono i tuoi fratelli e le tue sorelle. Ma non è semplice stabilire queste relazioni: dai campioni emergono milioni di frammenti di informazioni genetiche che possiamo paragonare a stelle lontane nel cielo notturno che stiamo cercando di allineare in costellazioni riconoscibili ».