La bozza del documento per la sfiducia al sindaco Ciampi c'è già. Le firme, 13 quelle necessarie, al momento sono 10. Pronti a mandare a casa...
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Il documento già messo nero su bianco parte dalla premessa che l'amministrazione Ciampi non si è dimostrata capace di aumentare i propri numeri e creare consenso. Quindi, passa in rassegna i primi due mesi di amministrazione alla luce di due filoni fondamentali. Da una parte, i limiti amministrativi: dalla variazione di bilancio del Ferragosto alle linee programmatiche; all'altra, quelli politici, e un approccio reputato marcatamente antidemocratico: dalle vele delle gogna alle locandine via «Facebook». La sensazione è che ormai sia solo questione di tempo. Poco. «Se continuiamo di questo passo spiega Pizza - il clima già insopportabile in Consiglio si farà ancor più rovente. Bisogna chiudere questa consiliatura». Al Pd, che ha rinviato tutto a novembre, per giocarsi prima la partita delle provinciali, lancia un messaggio perentorio: «Capisco le loro ragioni, prettamente elettorali, ma non le condivido. Tolte le provinciali, perché non sfiduciare Ciampi adesso? Il Pd deve prendersi le responsabilità di fronte alla gente. Del resto, nel merito, siamo tutti d'accordo». Il sì dei democrat, come detto, serve anche per le 13 firme iniziali. Ines Fruncillo (Fi), lo dichiara senza giri di parole: «Per noi, non ci sono vie di mezzo: o si governa o si va a casa. Per questo, se sulla mozione ci saranno 15 firme, le altre 2 saranno le nostre. Altrimenti non ci saremo». Ma dal fronte democrat, il capogruppo Enza Ambrosone ribadisce la posizione condivisa dal Pd a via Tagliamento nei giorni scorsi. Sì alla sfiducia, ma dopo le provinciali. «Eviterei fughe in avanti, posto che in Consiglio comunale abbiamo dichiarato che la linea è chiara e condividiamo tutti il fatto che questa amministrazione sia finita. Rispetto a questo fatto, è un dettaglio tecnico dire come andiamo avanti». Per il resto, il Pd è pronto a contribuire a scrivere la sfiducia. «Non vorrei che perdessimo di vista l'obiettivo, lavoriamo a un testo che possa ricomprendere le ragioni di tutti. Altrimenti, rischiamo di mettere tutto in discussione per un'accelerazione». La resa dei conti, insomma, si avvicina. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino