Nei «grandi centri» gli irpini decidono di voltare pagina

Nei «grandi centri» gli irpini decidono di voltare pagina
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Dalla stalla alle stelle. Nel giro di 48 ore la competizione interna a Pd e centrosinistra vede invertiti i ruoli di vincitori e vinti. Così che i sostenitori, almeno fino a sabato scorso, di Angelo D'Agostino alla presidenza della Provincia, sconfitto due volte su due da Rino Buonopane, ieri sera hanno potuto sfogarsi incassando vittorie con i loro candidati sindaco nei principali centri irpini chiamati alle urne.

A consumare la loro «vendetta» sono stati, nell'ordine, il consigliere regionale del Pd Livio Petitto e il deputato dem Umberto Del Basso De Caro, e con loro il sindaco del capoluogo Gianluca Festa e, in buona parte, il consigliere regionale di Italia Viva Enzo Alaia. In particolare i primi due, messi all'indice dalla segreteria provinciale democrat per il presunto appoggio a D'Agostino nella contesa vinta da Buonopane, escono gaudenti dal turno delle amministrative per aver messo sotto, nelle piazze ambitissime di Atripalda e Solofra, il fronte interno rivale capeggiato dall'altro consigliere regionale Maurizio Petracca, che dell'esecutivo di partito rappresenta attualmente la «magna pars». Un risultato che causerà ulteriori strascichi alla guerra già in atto nelle stanze di via Tagliamento.
Nei paesi più grandi, la parola d'ordine è risultata essere «discontinuità». Ad Atripalda dopo cinque anni torna ad essere sindaco Paolo Spagnuolo, che dunque si prende la rivincita dopo essere stato capo dell'opposizione nella consiliatura guidata dal suo quasi omonimo Giuseppe Spagnuolo, che ora sarà costretto a guidare a sua volta la minoranza. Il neo-primo cittadino, attualmente anche amministratore della Acs ad Avellino, milita nel Pd proprio nell'ala che fa riferimento a Livio Petitto. Ovvio, parlando di capoluogo, che in suo sostegno ci fosse anche Gianluca Festa, oltre che i Verdi. Un connubio vincente, mentre Giuseppe Spagnuolo non è riuscito a ripetersi nonostante l'appoggio di Petracca, di diverse altre correnti dem e finanche dei Popolari di Giuseppe De Mita, perdipiù con il placet esterno di Enzo Alaia. Tutti sconfitti, con Paolo Spagnuolo chiamato a riprendere le redini di una realtà che vuole tornare a puntare su risorse come l'area archeologica di Abellinum.

E c'era attesa anche per il risultato elettorale di Solofra, cittadina in piena sofferenza con un distretto conciario da rilanciare e un ospedale, il Landolfi, ridotto a succursale (chiusa) del Moscati di Avellino. Anche qui l'amministrazione uscente ha fatto harakiri. La vicesindaco dell'ormai ex giunta Vignola, Maria Luisa Guacci, nonostante l'appoggio della segreteria provinciale dem e di gran parte delle componenti di partito, con tanto di presenza sul posto del vice-governatore Fulvio Bonavitacola, è clamorosamente arrivata ultima nella competizione a tre che caratterizzava la realtà solofrana. Sarà che i vertici regionali che la sostenevano sono gli stessi che hanno soppresso il pronto soccorso del Landolfi, ma magari la squadra di Guacci, che aveva il sindaco uscente Michele Vignola in campo per il consiglio, avrà tempo per rifletterci. Intanto ha realizzato il suo sogno di aggiudicarsi la fascia tricolore Nicola Moretti, politico di esperienza, storicamente di area moderata, che ha avuto la meglio sugli avversari grazie alla vicinanza di Alaia (qui contrapposto ai dem) e dell'asse Petitto-De Caro-Festa, che dunque ha piazzato un altro colpaccio ai danni degli amici-nemici del Pd petracchiano. Secondo posto con beffa per Antonello D'Urso, consigliere uscente di opposizione, civico tendente al centrodestra, che aveva a lungo sperato nel successo.

Diverso lo scenario a Grottaminarda, dove i democrat erano sostanzialmente uniti e hanno portato alla vittoria l'ex vicesindaco Marcantonio Spera, che ha sconfitto l'avvocato Vincenzo Barrasso, a sua volta sostenuto da renziani, centristi e solo pezzetti di Pd locale. Rimescolando ancora le carte, ci si trasferisce a Baiano, dove Petracca e Alaia erano insieme ad appoggiare il sindaco uscente Enrico Montanaro, che ha battuto nuovamente Emanuele Litto, sostenuto da esponenti dem petittiani, ma anche da Fratelli d'Italia. A Montemiletto, invece, Massimiliano Minichiello è tornato in sella dopo la sfiducia dei mesi scorsi, tenendo a distanza l'ex sindaco Agostino Frongillo, che pure contava su un Pd compatto.


Da sottolineare anche il successo a Santo Stefano Del Sole di Gerardo Santoli, leader nazionale di Confimprenditori, che dopo essere passato a lungo per «papabile a tutto», tra rumors più o meno immaginifici, ha stravinto le elezioni nel suo paese d'origine, per la gioia di Gianluca Festa, suo amico e dipendente in azienda. Montemarano ha invece celebrato la battaglia interna a Italia Viva con il tris di Beniamino Palmieri ai danni di Luigi Ricciardelli. Completano il quadro delle fasce Nunziante Picariello (Capriglia), Carlo Grillo (Chianche), Angelo Lanza (Flumeri), Giuseppe Pescatore (Fontanarosa), Domenico Forgione (Gesualdo), Nino Musto (Pietradefusi) e Antonio Colucci (Sirignano).
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Il Mattino